I canti del lavoro, le voci degli ultimi, tutti quei suoni ormai dimenticati sono stati raccolti, in giro per la Sicilia, e portati al Monte dei pegni di Palazzo Branciforte da Alessandro Librio.
Un luogo non casuale ma di vitale importanza soprattutto per i poveri di Palermo, che lasciavano i propri oggetti nella struttura lignea del Palazzo quando era la sede del Monte dei pegni.
Con l’opera sonora SO’NO (suono nell’idioma siciliano) Librio vuole ricucire il filo sottile e indissolubile che unisce quel luogo ai non abbienti concentrandosi sulla memoria, che è rimasta immutata negli anni, e riportando alla luce l’incanto di ciò che è stato. L’obiettivo è quello di ridare vita al banco dei pegni mediante le testimonianze sonore che, seppur restando immateriali, riempiono le sale e diventano protagoniste invisibili.
Un percorso interattivo non convenzionale composto specificatamente in funzione delle peculiari caratteristiche topologiche, architettoniche, acustiche di Palazzo Branciforte e che pone il pubblico in una dialettica continua fra spazio e tempo, legando indissolubilmente il presente al passato.
Il Presidente di Fondazione Sicilia che gestisce Palazzo Branciforte, Raffaele Bonsignore, commenta: “Il Monte dei Pegni di Palazzo Branciforte è stato in questi anni spesso fonte di ispirazione per tanti artisti. Particolarmente affascinante è questo progetto di Alessandro Librio, che attraverso i suoi paesaggi sonori fa un omaggio inedito alla nostra terra e alla sua essenza più intima: il suono. Un’operazione che ridà vita alla voce degli ultimi e fa riflettere attraverso la memoria”.
La raccolta dei suoni è un progetto che è stato curato da Federica Fruttero in occasione della seconda edizione del festival internazionale d’arte contemporanea Sète/Palerme, promosso dall’associazione SLA. L’inaugurazione avrà luogo oggi, 18 ottobre, e resterà fruibile sino al 23 ottobre.
Marialessandra Cimò – Palermo Post