La storia di Chris Obehi. Dallo Sbarco a Lampedusa al tour nazionale.

Marialessandra Cimò
da Marialessandra Cimò
4 Minuti di lettura

Venerdì 3 giugno esce in digitale e in radio il nuovo singolo “Mami Wata” dell’artista nigeriano Chris Obehi. È un brano che parla d’amore e di voglia di vivere e vede come protagonisti Johnny e una sirena, che in lingua pidgin prende il nome di “Mami Wata” (da Mother of Water). “La credenza popolare nigeriana -spiega Chris- vuole che Mami Wata sia una divinità in grado di far perdere testa agli uomini con un solo sguardo attirandoli verso le acque alte in modo che non abbiano scampo ma Johnny sembra veramente felice e non vuole sentire ragioni facendoci credere che, in realtà, anche Mami Wata sia innamorata di lui e che ricambi il suo amore incondizionato.

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Questo brano racconta come l’amore sia in grado di superare ogni pregiudizio.”
Gli occhi di Johnny sono pieni di speranza come quelli di Chris Obehi che, nel 2015, ha lasciato il suo Paese, la Nigeria, quando era ancora minorenne. Il suo viaggio verso l’Europa è stato durato cinque lunghissimi mesi in cui ha dovuto affrontare una serie di perizie (fra cui in carcere in Libia) per poi, infine, attraversare il Mediterraneo a bordo di un barcone, sbarcare a Lampedusa e finalmente coronare il suo sogno: fare musica. L’amore per la musica è sbocciato, grazie alla sua famiglia, nella sua patria dove suonava il pianoforte e il basso in chiesa.

Chris Obehi incontra Rosa Balistreri

A Palermo però le radici di questa sua passione sono divenute sempre più robuste e prima ha iniziato a cantare e poi deciso di imparare a suonare da autodidatta la chitarra. Uno dei suoi primi punti di riferimenti in Sicilia è stato Francesco Riotta, del gruppo “Famiglia del sud” con cui ha suonato e che gli ha fatto scoprire le canzoni di Rosa Balistreri. “Da lì ho ascoltato “Cu ti lu dissi”, che mi aveva colpito molto, perché è una canzone ricca di emozioni al suo interno. Esprime l’anima di Rosa e, quando sono tornato a casa, quella canzone e il ritornello “moru,moru,moru ciato di lu me cori” erano nella mia testa. Era come se la lingua siciliana nelle canzoni di Rosa riuscisse ad esprimere le mie emozioni.”

Facendosi lentamente strada e spazio, abbattendo la sua timidezza e riservatezza, è riuscito a vincere nel 2020 il premio Rosa Balistreri e Alberto Favara e ricevuto la targa “Siae Giovane autore a Musica contro le mafie”. Ha ottenuto il suo primo contratto discografico nello stesso periodo con 800A Records e ha realizzato un disco che è un viaggio tra pop, folk, afrobeat, reggae cantato in inglese, italiano, dialetto eran e siciliano.

Fra i brani originali di Chris Obehi ce n’è uno che è un omaggio a Rosa Balistreri: “Cu ti lu dissi”, a cui deve la sua notorietà sui social. Lo scorso febbraio è tornato nella sua terra per dar via a quel progetto con cui vuole mostrare le radici del musica africana nelle sue sfumature contemporanee, dando voce a un Paese tanto sottovalutato ma che ha tanto da dire e che ha soprattutto il diritto di essere ascoltato. Ha così lì registrato il singolo “Actions and Consequences” e il documentario “Back to Motherland” del regista nigeriano Shayo Three, in cui Chris racconta la sua storia di libertà e riscatto.
Da domani darà poi il via al suo primo tour nazionale che vede fra le prime tappe Salerno, Napoli, Lecce, Torino, Bologna e Catania.

Marialessandra Cimò – Palermo Post

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