La rottura con Corini non è un problema di risultati

Lorenzo Asta
da Lorenzo Asta
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La rottura con Corini, amatissimo da calciatore, non è un problema di risultati, come molti vogliono fare credere, imputando, a chi da giorni anima la protesta sui social media di essere incontentabile, nemico della contentezza o addirittura tifoso occasionale. Il punto di non ritorno tra il tecnico e il popolo rosanero è la sua fuga negli spogliatoi dopo l’ultima partita, mentre i suoi giocatori andavano a chiedere scusa prendendosi i fischi di un pubblico a dire poco deluso. Non è mai stato un problema di risultati, né di gioco. Certo, un allenatore che non vince e non diverte si capisce poco, come incomprensibili sono state molte sue scelte ed evanescente il suo impatto sui match. Anche sui ritiri, utili solo a fare like sui social, in casa Manchester e Girona ci sarebbe da ridire, come su una preparazione invernale che ha prodotto un girone di ritorno da playout con calciatori incapaci di reggere novanta minuti e diversi infortuni muscolari.

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Ma non sono queste le ragioni della frattura con la tifoseria. Corini rompe con Palermo e la sua gente quando parla ai microfoni e quando scappa di fronte alle sue responsabilità. Rompe perché ci racconta la favoletta di vedere una crescita in piena crisi di risultati e di gioco, prendendoci tutti per idioti. E infine rompe quando scarica le sue colpe sui calciatori, fino all’ultima indecente intervista ai microfoni di Sky. La rottura paradossalmente non è con il tecnico, ma con l’essere umano.  Imperdonabile la sua fuga dal rettangolo di gioco dopo il triplice fischio di Palermo Brescia che sancisce la fine definitiva dell’amore verso quello che fu un apprezzatissimo calciatore.

Così alla luce di quanto accaduto in questi nove mesi la rottura con Corini non è sanabile né con un mercato entusiasmante (eravamo stati illusi anche dal mercato di Gennaio), né con i risultati, perché non dipende più dal campo. Palermo è stata delusa da un uomo incapace di assumersi le proprie responsabilità. E se a deludere è stato uno tra i più amati personaggi della storia rosanero fa ancora più male ed è ancora più forte l’acredine.

Allora sorge spontanea la domanda. Perché questa prepotenza della società sulla testa di decine di migliaia di tifosi? Non si trova un altro tecnico in grado di fare un pochino meglio del nono posto ed altrettanto aziendalista? Capiamo che Baldini con questi qui non potrà mai fare pane, ma siamo certi che qualcosa di meno urticante del genio si potrebbe trovare. Come siamo ormai certi che tutti gli appelli dei tifosi saranno inascoltati, bisogna mettersi il cuore in pace Corini rappresenterà un punto saldo per la stagione 2023-24.

Non ci resta che augurare buon lavoro al management rosanero e al vecchio tecnico riconfermato. Ma siate consapevoli che le scelte imposte sulla testa e il cuore di decine di migliaia di tifosi fanno perdere credito ed a questo punto le ragioni della società potranno essere capite solo e soltanto con i risultati che questa città merita e si aspetta. Il minimo sindacale non può che essere una comoda promozione in serie A.

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1 commento
  • Già disdetto Helbiz live, non merita nemmeno questi 48 euro annuali, vado a guardare il Bagheria, gioca un calcio migliore di questo Signore che ha più calli in faccia che sulle mani

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