Sconfitta interna per 1-2 contro un Pisa solido. I rosanero, ancora una volta, si perdono in un bicchier d’acqua.
Desplanches Disastroso, Ranocchia Confuso: Così non si Va da Nessuna Parte
Il Barbera, c’eravamo illusi fosse tornato ad essere il fortino inespugnabile di un tempo, è diventato terra di facili conquiste. Basta presentarsi sul rettangolo di gioco come il Pisa, squadra quadrata, unita e con l’anima guerriera, specchio del suo allenatore, che ringrazia e porta a casa tre punti d’oro. E dire che in classifica ne ha 23 più di noi. Di contro il Palermo, che ci aspettavamo scendere in campo con voglia di rivalsa, invece è la solita squadra spaventata e remissiva per lunghi tratti di partita. Poi se continuiamo a regalare gol agli avversari, con errori da principianti, allora diventa tutto maledettamente facile per loro e tremendamente difficile per noi. Anche un secondo tempo giocato all’arma bianca, con la foga di chi vuole recuperare, ma con la lucidità di un maratoneta che dopo quaranta chilometri corre solo per inerzia, non è bastato a raddrizzare una partita nata storta e finita peggio. Seconda sconfitta consecutiva e il baratro sembra avvicinarsi. Invece di guardare avanti, si torna indietro.
Il Mercato è un Enigma: Urgono un Portiere e un Regista!
E poi c’è il silenzio assordante della società, o il suo rumore scomposto, fate voi. A poche ore dalla fine del calciomercato, l’immobilismo regna sovrano, rotto solo da un singolo acquisto capace di far sognare i tifosi (che solo quello ci resta), forse utile, ma di certo non la priorità. La priorità, quella che chiunque con un minimo di sale in zucca avrebbe individuato, era un portiere! Desplanches è in caduta libera, in palese difficoltà psicologica, e stasera ha combinato una frittata da far accapponare la pelle, roba che nemmeno un ragazzino alle prime armi. Sirigu? Un monumento al passato, ormai lontano dai fasti di un tempo. Serve un numero uno affidabile, uno che trasmetta sicurezza, che sia reattivo tra i pali e, soprattutto, mentalmente solido. Arriverà un portiere all’altezza? Boh, sappiamo solo che la società sa di avere questa enorme falla da fine agosto e domani chiude il mercato di riparazione.
Centrocampo allo Sbando: Senza Idee e Senza un Vero Leader
E che dire del centrocampo? Un reparto allo sbando, dove l’anarchia tattica regna sovrana, un desolante vuoto di idee, che cambia ad ogni partita, guai a dare stabilità e fiducia a chi deve incarnare l’anima del gioco. Si corre tanto, si lotta, ma senza uno spartito, senza un’idea di gioco. Sembra di vedere dei polli senza testa che rincorrono palloni vaganti. I giocatori rosanero si dannano l’anima, a tratti è vero, ma lo fanno a testa bassa, ingaggiando duelli rusticani con gli avversari. E quando sono in difficoltà, la palla la buttano in avanti, verso la terra di nessuno, sperando nella buona sorte. Verre ormai non ha più il passo per questi ritmi, anche se è il piede più educato. Ranocchia? Un mistero. Un concentrato di confusione e di inutile protagonismo, la classica primadonna, che deve essere più maturo. Vuole fare tutto lui, il salvatore della patria, e invece incasina tutto. Meno giocate da circo, Ranocchia, e più concretezza. E magari evitare di usare le mani in area come se fossimo a una partita di pallavolo: il rigore è inevitabile, come quello che ha regalato la vittoria al Pisa.
Dionisi Sotto Accusa: Un Allenatore Senza Gioco e Senza Idee
Senza un portiere all’altezza, senza un difensore di spessore, Nikolau al centro della difesa è l’ennesima offesa alla tifoseria rosanero, e soprattutto senza un regista con un briciolo di intelligenza calcistica, che sappia dettare i tempi e inventare gioco, non c’è futuro, non c’è speranza.
E poi c’è lui, quello che andava cacciato senza ulteriori indugi già mesi fa: Dionisi. Un tecnico che ha deluso, che ha fallito, esattamente come il suo fido De Santis. Eppure, è ancora lì, saldo sulla sua poltrona, come se nulla fosse, sempre pronto a impartire lezioni a chi ascolta, più per dovere che per piacere, le sue conferenze stampa. Ma se una squadra non gioca a calcio, non esprime uno straccio di manovra, di chi è la colpa? E che dire di scelte incomprensibili, come quella di relegare Magnani, l’unico difensore in grado di impostare, sulla fascia destra? Domande su domande, che rimarranno senza risposta, almeno per ora.
La verità, amara e inconfutabile, è che questo Palermo è un cantiere aperto, un’incompiuta, una squadra che non riesce a trovare la sua identità. E il tempo stringe, il mercato sta per chiudere e la classifica fa sempre più paura. E a proposito, la telenovela Pohjanpalo continua. Si è trasformata in una serie infinita, degna delle peggiori produzioni sudamericane, che però pare chiusa, domenica le visite. Speriamo però che Osti, altre al finlandese, abbia la capacità di tirare fuori dal cappello la magia che ci porti presto fuori da questo incubo, con altri arrivi last minute ben più urgenti.
Serve una scossa, un cambio di rotta immediato. Altrimenti, il sogno di tornare a essere grandi, di riabbracciare quella magica unità che solo Baldini era riuscito a creare, rischia di rimanere solo un lontano e malinconico ricordo. Un’illusione svanita nel nulla.