Maxi Sequestro per Frode Covid: Mascherine Non Conformi a Cinisi e Troina, 10 Milioni di Euro Congelati
Tre imprenditori, due indiani e uno di Troina, sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza per una presunta frode nelle pubbliche forniture di mascherine e dispositivi di protezione individuale (DPI) durante l’emergenza Covid-19. Sequestrati beni e disponibilità finanziarie per oltre 10 milioni di euro a due società, una con sede a Cinisi, nel palermitano, e l’altra a Troina, nell’ennese, e ai loro amministratori. Un’inchiesta che scoperchia un presunto giro d’affari illecito, basato sulla fornitura di prodotti non conformi e documenti falsi alla Protezione Civile della Regione Siciliana in uno dei momenti più critici della pandemia.
Da Opportunità a Frode: la Fabbrica di Mascherine di Cinisi sotto la Lente
La vicenda della fabbrica di mascherine di Cinisi, inaugurata con l’annuncio di un investimento di 15 milioni di euro da parte di Pamkaj Gupta, CEO indiano di Essel Group, e la promessa di 60 assunzioni, si tinge di giallo. La Paramount, società del gruppo e fornitrice delle Nazioni Unite per le missioni umanitarie, avrebbe dovuto produrre mascherine Ffp2 e Ffp3 nello stabilimento di 2000 metri quadri sorto nell’area industriale, a due passi dall’aeroporto Falcone e Borsellino. Un’opportunità per il territorio che, secondo le indagini, si sarebbe trasformata in una truffa ai danni dello Stato.
Frode alle Forniture per la Protezione Civile: Prodotti Non Conformi e Documenti Falsi
Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno portato alla luce presunte irregolarità in numerose forniture di mascherine e DPI effettuate al Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana (D.R.P.C.) durante il periodo dell’emergenza Covid-19. Secondo l’accusa, gli imprenditori coinvolti, tra cui il cittadino indiano a capo della fabbrica di Cinisi e l’imprenditore di Troina, avrebbero approfittato della situazione di emergenza per massimizzare i profitti, fornendo prodotti non conformi agli standard di sicurezza previsti e corredati da documentazione incompleta e contraffatta. Un comportamento che, se confermato, avrebbe messo a repentaglio la salute dei cittadini in un momento di estrema fragilità.
Indagini a Tappeto: Intercettazioni, Pedinamenti e Analisi Documentali
L’attività investigativa, scattata dopo i primi riscontri, si è sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e un’accurata analisi della documentazione acquisita presso le aziende coinvolte e gli enti pubblici interessati. Un lavoro certosino che ha permesso agli inquirenti di ricostruire il presunto sistema di frode e di individuare le responsabilità dei singoli soggetti coinvolti.
Sequestrati 35 Milioni di Dispositivi: 2 Milioni Riconducibili alle Due Società
Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno sequestrato circa 35 milioni di dispositivi di protezione individuale, tra mascherine e altri DPI, ritenuti non conformi. Di questi, oltre 2 milioni sarebbero riconducibili alle due società di Cinisi e Troina, ora finite al centro dell’inchiesta. Un sequestro imponente che testimonia la vastità del presunto giro d’affari illecito e l’entità del danno arrecato alle casse pubbliche.
Un Quadro Inquietante, Si Attende l’Esito delle Indagini
L’inchiesta della Guardia di Finanza di Palermo scoperchia un quadro inquietante, fatto di presunte speculazioni sulla salute pubblica in un momento di emergenza nazionale. Le accuse di frode nelle pubbliche forniture, se confermate, getterebbero un’ombra pesante sull’operato degli imprenditori coinvolti e sulla gestione delle forniture di DPI durante la pandemia. Ora spetterà alla magistratura accertare le responsabilità e fare piena luce su una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e che ripropone il tema della trasparenza e della legalità negli appalti pubblici, soprattutto in situazioni di emergenza. Il provvedimento di sequestro, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, mira a congelare i beni e le disponibilità finanziarie delle due società e dei loro amministratori, in attesa dell’esito del processo.