Francesca Maria Castronovo, la donna che a Bagheria avrebbe assoldato due uomini per fare uccidere la zia, Angela Maria Corona, è stata condannata in appello a 18 anni di reclusione.
I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino hanno concesso uno sconto di pena all’imputata, dopo la sentenza di primo grado in cui era stata condannata a 26 anni e 4 mesi di carcere.
Su richiesta dell’avvocato Francesca Maria D’Amico, che difende l’imputata, i giudici hanno deciso di ritenere valide le attenuanti equivalenti alle aggravanti contestate dalla procura.
Sono state invece confermate le condanne per i due presunti esecutori materiali dell’omicidio di Angela Maria Corona.
Si tratta dell’ivoriano Guy Morel Diehi e del maliano Toumani Soukouna: entrambi dovranno scontare 25 anni di reclusione ciascuno.
I due africani sarebbero stati assoldati da Francesca Maria Castronovo nel mercato di Ballarò per compiere il delitto.
Secondo la versione di Francesca Maria Castronovo, per giustificare la commissione dell’omicidio a due sicari, la zia l’avrebbe umiliata e maltrattata per anni.
Da un contesto familiare con retroscena di violenza, e di degrado morale, nacque così la decisione di far uccidere la propria zia.
Con tale terribile intenzione Francesca Maria Castronovo decise quindi di assoldare, per portare a compimento il suo piano criminale, i due sicari a cui avrebbe dato, secondo una prima versione, 15.000 euro, mentre in base ad una seconda versione avrebbe elargito una somma di ben 100.000 euro per uccidere a fare sparire, successivamente, il corpo di Angela Maria Corona.
Il cadavere della 47enne Angela Maria Corona, venne trovato il 16 aprile del 2020 sotto un ponte lungo la strada che collega i comuni di Bagheria e Casteldaccia.
Le indagini, condotte dai carabinieri su coordinamento della procura di Termini Imerese portarono ben presto sulla pista di Francesca Maria Castronovo, che alcuni giorni dopo la scomparsa della zia, afflitta dai sensi di colpa, aveva tentato il suicidio cospargendosi di benzina e di darsi fuoco, e per tale motivo venne ricoverata d’urgenza all’ospedale Civico di Palermo con ustioni di secondo grado su tutto il corpo.
A salvare la vita di Francesca Maria Castronovo fu l’intervento del fidanzato che accorse in suo aiuto subito dopo avere ricevuto un messaggio dalla donna al telefono (fatta con il cellulare di un’altra donna e con la chiamata anonima).
La prima confessione di Francesca Maria Castronovo avvenne nel corso di una conversazione telefonica successiva con il fidanzato, a cui la mandante dell’omicidio di Angela Maria Corona rivolse le parole: “Perché stai cercando di salvarmi? Io devo morire per quello che ho fatto, non merito perdono… Devono buttare la chiave”.
Dall’inchiesta sull’omicidio, iniziata con le intercettazioni telefoniche, è emerso che Angela Maria Corona sarebbe stata attirata in una trappola: appena entrata in casa della nipote, sarebbe stata presa alle spalle dai due sicari Guy Morel Diehi e Toumani Soukouna, e da questi uccisa.
La vittima, secondo la confessione della nipote, sarebbe stata strangolata con una corda, stesa su un divano e finita con un calcio alla tempia. Poi il cadavere sarebbe stato piegato e infilato in tre sacchi di plastica.
Per il GIP di Termini Imerese, Angela Lo Piparo, anche se l’arrestata ha sostenuto che non sarebbe stata pienamente lucida nell’architettare un omicidio, quest’ultimo sarebbe stato invece “pianificato con grande freddezza”.
Nella foto in evidenza: carabinieri e uomini della scientifica sul luogo del ritrovamento del cadavere di Angela Maria Corona.
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