Emergenza cittadina, un migliaio di bare insepolte a Palermo.
Ultimamente l’emergenza bare, nel territorio Palermitano, si sta aggravando sempre di più. Da almeno tre anni, nel cimitero Palermitano dei Rotoli, le bare, vengono abbandonate e restano in attesa di una sepoltura. Questa attesa è talmente lunga che le bare tendono ad accumularsi in diversi luoghi: depositi, tensostrutture costruite nei viali e persino uffici, liberati dalle scrivanie per far posto ai feretri. Una situazione che l’attuale giunta insediatasi a luglio scorso, guidata da Roberto Lagalla, ha ereditato dalla precedente amministrazione Orlando. Infatti, è stato Orlando a fornire i dati aggiornati nella conferenza stampa del sindaco. Nella quale è stato fatto un bilancio dei primi sei mesi di amministrazione.
E’ emerso, così, che sono 1.080 le bare insepolte nel cimitero dei Rotoli a Palermo. Delle 1.080 salme: 386 sono in attesa di tumulazione e 694 in attesa inumazione. L’assessore Orlando ha evidenziato che: “I dati sono stati forniti dal responsabile della società Reset e dal responsabile del cimitero” e ha smentito quelli circolati (1.300 bare). Ha concluso dicendo: “Fermo restando che si tratta di numeri elevati, comunque questi sono quelli reali”.
Il consigliere comunale dei Cinquestelle, Antonio Randazzo, proprio a inizio 2023, ha ricordato che l’amministrazione è cambiata da sei mesi, “Ma il volto della vergogna resta lo stesso”. Ha fornito, così, i numeri dello scandalo: “1.320 morti insepolti a fine dicembre, in aumento dallo scorso luglio, quando erano 1.174”. Dato contestato dal neo assessore al ramo, Salvatore Orlando, che parla di 1.120 bare, sostanzialmente la stessa cifra di 6 mesi fa. “Ma in questo periodo – spiega Orlando – non siamo stati con le mani in mano e abbiamo appena ottenuto per il sindaco il ruolo di commissario all’emergenza, che consentirà di sveltire le procedure”.
Emergenza cittadina: forno crematorio guasto
L’assessore ha sottolineato che il forno crematorio è vittima di continui guasti. Chiuso dal marzo 2020, nei precedenti tre anni era rimasto in funzione senza nessuna autorizzazione ambientale. Rivela, inoltre, che se ne sono accorti quando, dando per scontato che le carte fossero a posto, hanno richiesto il rinnovo dell’autorizzazione. Il quale è stato subito negato. L’assessore afferma che bisogna ricominciare d’accapo. Infatti, attualmente, ci sono al lavoro cinque aziende. Rivela: “Abbiamo provveduto a collocare nuovi loculi, a fare un po’ d’ordine, a sistemare i bagni, anch’essi in condizioni disastrose”.
Per far fronte alla situazione, la precedente giunta ci aveva provato con tre assessori, compreso l’allora sindaco Leoluca Orlando che per sette mesi aveva preso l’interim, senza trovare una soluzione. C’era sempre qualcosa che non andava. Infatti mancava l’addetto autorizzato a manovrare un mezzo per lo scavo di un campo d’inumazione. Non c’erano i sacchi omologati per contenere i resti mineralizzati delle salme da estumulare per far posto alle nuove. E, in più, l’ufficio cimiteriale del Comune era rimasto chiuso nei weekend. Questo perché l’amministrazione non disponeva dei fondi soldi per pagare gli extra ai dipendenti, una cifra che si aggirava sui mille euro.
Emigrazione bare
In attesa di poter riattivare il vecchio forno crematorio e costruirne uno nuovo, con soldi che da anni restano fermi, pare, in un apposito capitolo di spesa, i parenti dei defunti sono costretti, addirittura, a far emigrare i propri morti a Messina, a Catania, a Reggio Calabria.
“Questo trend drammatico continua a crescere anche con il nuovo sindaco”. Lo dice Antonino Randazzo consigliere comunale del movimento 5 Stelle. “Il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla dal 2023 adesso avrà a disposizione anche dei poteri commissariali per affrontare l’emergenza cimiteriale a seguito della nomina a Commissario da parte del Governo Nazionale. Auspichiamo che si dimostri all’altezza di utilizzare questi poteri. Per ridare, finalmente, una degna sepoltura e per porre fine alla più grave emergenza cittadina”, conclude Randazzo.