“Un uomo è stato fermato e denunciato per avere cercato di consegnare droga a una familiare reclusa all’interno del carcere palermitano Pagliarelli. Non appena si è accorto della presenza dei cani antidroga, all’interno della casa circondariale, il parente ha inghiottito la dose di stupefacente. Purtroppo per lui, però, la scena che è stata vista dagli agenti della polizia penitenziaria in servizio al carcere Pagliarelli di Palermo“. Lo dice Calogero Navarra segretario del Sappe.
L’uomo è stato perquisito dagli agenti in servizio e come disposto dal pubblico ministero di turno in ospedale sono state eseguite delle radiografie che hanno confermato la presenza dell’involucro ingerito nello stomaco dell’uomo. Alla fine, smascherato definitivamente dall’evidenza l’uomo ha ammesso tutto. “Il plauso del Sappe va alla professionalità, abnegazione e astuzia del personale del corpo di polizia penitenziaria – dice Donato Capece, segretario generale del sindacato – che, ancora una volta in maniera brillante, con immediata risoluzione investigativa e con un professionale intervento hanno stroncato sul nascere la detenzione e l’uso di droga in carcere”.
La presenza di droga nelle carceri italiane è un fenomeno sempre diffusissimo in tutto il paese. “In 48 ore in soli tre istituti penitenziari – Lanciano, Carinola ed Orvieto – sono stati sequestrati oltre due kg di droga tra hashish e cocaina. A Carinola se calcoliamo la droga sequestrata in un mese e mezzo siamo già a 1 kg e mezzo. È un conteggio da aggiornare continuamente: almeno cinque kg al giorno si spacciano e si consumano stupefacenti nelle carceri di tutto il Paese con un giro di affari che solo negli istituti campani raggiunge i 10 milioni d’euro l’anno”. Ad affermarlo è Aldo di Giacomo segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria.