Droga. Blitz allo Sperone

Redazione
da Redazione
5 Minuti di lettura

Droga. Blitz allo Sperone

Pubblicità

Alle prime ore di stamattina, nella città di Palermo, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Palermo Piazza Verdi hanno dato esecuzione a 39 provvedimenti cautelari (14 in carcere, 17 domiciliari e 8 dell’obbligo di presentazione alla P.G.) emessi dall’Ufficio Giudice per Indagini Preliminari di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

Le indagini hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla disponibilità di armi e spaccio di droga.

Le investigazioni hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario, sostanzialmente accolto dal G.I.P., secondo il quale sarebbe emersa l’esistenza di un’organizzazione criminale. Dedita al traffico di sostanze stupefacenti, operante nel quartiere Sperone di Palermo, consentendo l’individuazione della struttura, delle dinamiche organizzative e delle relative strategie criminali.

Droga. Blitz allo Sperone: gli indizi

Stando a quanto riportato nell’ordinanza cautelare, sussistono gravi indizi con riguardo a quanto segue:

  • l’attività di spaccio avveniva nei pressi del piazzale Ignazio Calona in favore di innumerevoli acquirenti che accorrevano dall’intera provincia. Si è accertato come lo spaccio di cocaina, crack, hashish e marijuana abbia rappresentato, sovente, una delle principali fonti di sostentamento per intere famiglie, i cui membri risulterebbero integralmente partecipi alle attività delittuose;
  • l’organigramma dell’associazione pare sia strutturato su due vertici che gestivano il rifornimento, l’organizzazione della piazza di spaccio e raccoglievano i proventi dell’attività con cadenza settimanale. Le indagini hanno inoltre consentito di acquisire gravi indizi in ordine alla disponibilità da parte del gruppo di armi da fuoco tanto che, nel corso delle attività, hanno sequestrato una pistola clandestina cal. 7.65 perfettamente funzionante;
  • un ruolo fondamentale sarebbe stato riconosciuto anche alle donne, parenti dei capi. Le quali avrebbero collaborato nella direzione delle attività criminali e nel tenere la contabilità degli introiti, occupandosi, talvolta, anche di custodire lo stupefacente;
  • i pusher operativi su strada per conto della delineata associazione, sarebbero stati organizzati su turni di 12 ore per garantire la piena attività, anche in orario notturno, della piazza di spaccio. Ciascuno aveva compiti ben definiti, per i quali era prevista una specifica retribuzione: 100 euro al giorno per gli spacciatori e 50 per le vedette.

Le indagini consentono di stimare che la piazza di spaccio di droga, avrebbe garantito al sodalizio consistenti profitti. Valutati nell’ordine di 1,8 milioni di euro su base annua. Nel corso dell’attività, operati alcuni arresti in flagranza di reato, segnalate alla locale Prefettura numerosi acquirenti. Sequestrati anche circa 1 kg di stupefacente e oltre 5000 euro in contanti circa.

Le parole del sindaco

“Le 39 misure cautelari eseguite stamattina dai carabinieri hanno il grande merito di spezzare una solida rete dello spaccio di stupefacenti in città. Sono profondamente grato per l’operazione svolta nel quartiere Sperone dal comando dell’Arma di Palermo che è il frutto di un’importante attività di indagine condotta in sinergia con la procura. Ai magistrati e alle forze dell’ordine va tutto il sostegno di questa amministrazione comunale. Perché lo spaccio di droga si rivela ancora la maggiore fonte di guadagno per le cosche mafiose, come dimostrano anche le storie di consumo di stupefacenti che coinvolgono in questo periodo soprattutto i più giovani”. Così dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

Agli indagati hanno contestato oltre 1.650 singoli episodi di spaccio di droga. Ma le emergenze investigative consentono di stimare il numero di cessioni in oltre 500 giornaliere. Ed è obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, pur gravemente. E che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato in ossequio al principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza.

Condividi Articolo
Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.