A Palermo, il calcio non è solo uno sport, è innanzitutto passione, quella che spinge migliaia di tifosi rosanero a fare costantemente su e giù lungo lo stivale, per non far mai mancare alla squadra il sostegno, che diviene il dodicesimo uomo in campo. Quella scarica di adrenalina che, soprattutto tra le mura amiche, spinge i calciatori a dare il 101%. Ma non a questi calciatori e non a questo allenatore, che appaiono quasi infastiditi dal confrontarsi con una delle piazze più calorose d’Italia. Personalità forse più consone a piazze come Empoli o Bolzano, piuttosto che al calore meridionale, che pare li soffochi. Lo disse, senza troppi mezzi termini, lo scorso anno Brunori, dopo il tracollo ai playoff, convinto probabilmente di accasarsi altrove, e lo ha detto più tra le righe, oggi, nel post partita, Mister Dionisi, che continua ad accampare una scusa dopo l’altra al suo fallimento. Perché succede, ma questo un po’ ovunque, da nord a sud, che quando la squadra non onora la maglia che indossa, i tifosi cominciano a contestare. E così, quella che doveva essere la partita del rilancio contro un assai modesto Mantova, si è trasformata nell’ennesima manifestazione del fallimento di Alessio Dionisi. Così, dall’entusiasmo per un mercato che ha portato in rosanero solo calciatori di serie A, si è passati al disappunto nei confronti dell’allenatore Alessio Dionisi. Il pareggio contro i lombardi ha esasperato un ambiente già teso, con i tifosi rosanero che hanno espresso il loro malcontento con fischi, cori e striscioni, sia durante che dopo la partita. La situazione, che sembrava essersi parzialmente calmata dopo un periodo di contestazione, è riesplosa, riportando alla mente i momenti difficili vissuti dalla squadra solo un mese e mezzo fa. L’altalena di risultati e le scelte tecniche dell’allenatore sono al centro delle critiche.
La contestazione a Dionisi non nasce dal nulla, ma è il frutto di un periodo di risultati lontanissimi dagli obiettivi che si era data la società; ma, soprattutto, in campo non si vede un barlume di idea di gioco e nessuna grinta da parte degli interpreti, se non rare eccezioni di singoli.
Le sconfitte contro Reggiana e Pisa avevano già fatto riemergere qualche perplessità, ma è stato il pareggio esterno contro lo Spezia a far esplodere nuovamente la contestazione. In particolare, Dionisi è stato accusato di aver impostato una partita troppo difensiva e di aver effettuato sostituzioni discutibili, come quella di Baniya, sostituito con Nikolaou. Il difensore greco, entrato a freddo, dice l’allenatore (quindi non colpevole), si è reso protagonista di un errore che è costato due punti al termine del match. In realtà, l’errore tecnico non stava nella sostituzione, che poteva anche starci, ma nello spostare Magnani, sontuoso su Esposito (il più pericoloso degli spezzini), dal centro della difesa alla destra, lasciando al “freddo” Nikolau il centravanti spezzino, che ha fatto in fretta a ringraziare, segnare e riaprire una gara chiusa che, in pochi minuti, ha portato al pareggio dello Spezia. Questo episodio è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, scatenando la rabbia di gran parte della tifoseria, che ha iniziato a chiedere a gran voce le dimissioni dell’allenatore. Voci come sempre inascoltate dalla società, che continua a tirare dritto per la sua strada, ignorando Palermo e i suoi tifosi, più interessata a trattare con la politica locale i termini della gestione del Barbera che ai risultati di campo.
Nonostante il clima ostile, gli ultras della Curva Nord avevano deciso di sostenere la squadra prima della partita contro il Mantova, un segnale di fiducia che non si vedeva da tempo e che aveva sorpreso molti, visti i risultati negativi. Tuttavia, l’andamento della partita, culminato con un pareggio che sa di occasione persa, ha riacceso la contestazione. Dionisi è stato nuovamente preso di mira dai tifosi, che lo hanno bersagliato con cori e inviti a dimettersi. Un momento emblematico è stata la sostituzione di Pohjanpalo, autore di una buona prestazione, con goal, piuttosto che uno spento Brunori: i tifosi hanno applaudito l’attaccante e, subito dopo, hanno fischiato sonoramente l’allenatore, manifestando apertamente il loro dissenso per la scelta effettuata.
La pazienza dei tifosi sembra essere arrivata al limite. La classifica non sorride al Palermo: le squadre che inseguono continuano a fare punti, e la prossima partita, in trasferta contro il Cosenza, si preannuncia molto difficile. E, nonostante tutto, nessuno mette in discussione questo allenatore. E così ci apprestiamo ad assistere al terzo fallimento del nuovo Palermo. Una squadra senza anima, scollata dall’ambiente che, tranne 20 partite (le prime 10 in serie B e le ultime 10 di Silvio Baldini), ha sempre deluso e sarebbe ora di fare i conti con questo: il calcio a Palermo è passione e si fa con passione, non con il marketing.