Un Corini votato al suicidio salva il suo caro Brescia.
Il pubblico è quello delle grandi occasioni, ogni volta che il Palermo lotta per raggiungere un traguardo il Barbera si fa sempre trovare pronto. Nonostante da febbraio ad oggi la squadra abbia avuto una marcia da playout, nonostante i macroscopici errori tecnici di un allenatore arrivato ai limiti dell’arroganza conferenza stampa dopo conferenza stampa, eravamo ancora lì con i playoff nelle nostre mani, sarebbe bastato battere il Brescia. Per riuscirci, l’appello al Barbera, che come sempre ha detto presente. Ogni qualvolta c’è stata la necessità da Palermo – Verona per restare aggrappati alla serie A, fino alla prima partita contro il San Tommaso in serie D, il pubblico rosanero non ha mai tradito. Ed oggi in trentamila sotto la pioggia hanno spinto per oltre novanta minuti i propri beniamini
Quando entrano le squadre in campo vengono i brividi, la curva s’illumina e si alza forte il boato per i rosanero.
Con un pubblico così non si può non dare l’anima in campo e così sembra già dal primo calcio d’inizio. Ci pensa dopo qualche minuto il capitano con un gran goal a fare esplodere uno stadio tinto di rosanero ed è subito 1-0. Siamo praticamente settimi e dagli altri campi arrivano pure notizie confortanti. Il Palermo è padrone del campo, Brunori incanta e confeziona la palla del 2 a 0 che Tutino deve solo mettere dentro, scade il primo tempo e nel recupero arriva anche il terzo goal, sempre di Tutino, ma l’arbitro annulla. Si va al riposo dopo aver dominato.
Non potremo mai sapere cosa è successo negli spogliatoi tra il primo e il secondo tempo di Palermo Brescia, ma rientrano in campo undici zombie con la maglia rosa. Al Brescia basta provarci per trovare in 15 minuti tre goal, di cui uno annullato. La partita si inchioda sul 2-2, Reggina ed Ascoli pareggiano e il Palermo non ci prova neanche a vincerla, forse convinto che il risultato del granillo sia congelato, nulla di più sbagliato. La Reggina segna al 94esimo ed il Palermo è fuori dai playoff. Al triplice fischio Corini scappa negli spogliatoi, mentre i suoi calciatori restano a prendersi i fischi di un pubblico tradito e deluso.
È questa la fotografia di un uomo che ci ha deluso da tutti i punti di vista. Se possiamo capire i limiti tecnico tattici, era mediocre quando è stato scelto, non si poteva trasformare in Ancelotti o Guardiola, quello che ci ha fatto veramente male e la pochezza umana dimostrata nell’arco di un’intera stagione, spesa ad accampare scuse e a scaricare le proprie colpe sui calciatori, fino al culmine del secondo tempo di Palermo Brescia, denso di ombre e disincanto. Avevamo detto che Corini sarebbe rimasto e siamo ancora convinti che la sua mediocrità sarebbe anche stata premiata. Ma dopo il secondo tempo contro il Brescia la sua riconferma sarebbe inaccettabili, i tifosi la vivrebbero come una prepotenza perfino se a deciderla fosse la Santuzza stessa.