Palermo. Condannato Falso Dentista
È arrivata la condanna per Giuseppe Paladino, il finto dentista che è stato denunciato dall’OMCEO lo scorso novembre. La vicenda venuta a galla, dopo una serie di accertamenti fatti dall’Albo, a seguito della richiesta di iscrizione da parte del Paladino, ha generato, oltre che indignazione, anche una certa preoccupazione, come dichiarato precedentemente dal presidente della Commissione albo odontoiatri (Cao) di Palermo Mario Marrone, per la leggerezza con cui, in questo campo medico, si cerca di eludere le regole.
Infatti, le mendaci dichiarazioni fatte dal falso dentista, riguardavano una laurea, addirittura assegnata come “Magna Cum Laude”, conseguita presso l’Università di Pisa. Tuttavia, di questa attestazione, dallAlbo degli odontoiatri dell’ordine dei medici provinciale, non ne è stata trovata traccia, facendo invece emergere la grave mancanza, da parte del Paladino, di titoli adeguati a poter svolgere la professione. Da qui la denuncia in Procura del presidente dell’Omceo Toti Amato, e la costituzione di parte civile con il supporto legale degli avvocati Valentina Castellucci, Corrado Nicolaci e Mauro Torti.
Dunque, venti giorni di reclusione commutati in 1.500 euro di multa per falso in atto pubblico. Questa è la sentenza esecutiva con cui il giudice per le indagini preliminari di Palermo, Annalisa Tesoriere, ha condannato lo scorso 2 febbraio il falso dentista Giuseppe Paladino. Quest’ultimo, infatti, ha rinunciato all’opposizione al decreto penale di condanna e al beneficio dell’istituto di “messa alla prova” con la possibilità di essere destinato ai lavori socialmente utili. Il Gup lo ha riconosciuto colpevole di false dichiarazioni per ottenere l’iscrizione all’albo degli odontoiatri dell’Ordine dei medici. I fatti contestati, che hanno portato alla condanna del palermitano Giuseppe Paladino, derivano dalla sua domanda di iscrizione, in cui aveva dichiarato di essersi laureato a Pisa con il massimo dei voti e di non avere riportato condanne penali. Ma, dai controlli disposti dall’Omceo non risultava né laureato, né abilitato nell’Ateneo toscano.