Chiusa campagna abbonamenti. Palermo seconda solo al Genoa

Redazione
da Redazione
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Sono 11.465 gli abbonamenti venduti dal Palermo alla chiusura della campagna terminata ieri sera allo scoccare della mezzanotte. Per il club nato dopo il fallimento del 2019 è il nuovo record, dopo il primato centrato proprio nell’anno della rinascita con 10.446 tessere vendute. Il dato permette al club di piazzarsi al secondo posto, dopo il Genoa, nella classifica dei club con più tifosi abbonati del campionato cadetto e a ridosso dei primi dieci club della serie A. Obiettivo centrato per il presidente Dario Mirri che si augurava di superare il dato del primo anno di attività del suo club. “Ritrovarci tra le squadre con più abbonati nel calcio italiano – ha detto Dario Mirri – è l’ennesima conferma che Palermo e il Palermo giocano un ruolo da veri protagonisti nel panorama nazionale e non solo. I tifosi rosanero sono e rimarranno sempre un patrimonio inestimabile, fondamentale per il club, sempre sugli spalti del nostro stadio in occasione delle partite, ma anche nella vita di ogni giorno: chi è tifoso è tifoso sempre, e sarà sempre più partecipe e decisivo per il futuro del Palermo”.

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Tra le squadre di serie B i rosanero sono secondi soltanto al Genoa che domina con 20.000 abbonati circa. Numeri che indicano un ritrovato entusiasmo della Città nei confronti della sua squadra di calcio, anche se la partenza non è stata quella che in tanti sognavano, gli obiettivi della società sono sempre stati chiari, questo è un anno di transizione nel quale bisogna costruire le fondamenta per un progetto dalle ambizioni potenzialmente illimitate. Mettersi alle spalle il tonfo di Reggio Calabria e ripartire è la parola d’ordine di Corini e dei suoi. Concetti ribaditi anche dal Palermitano Di Mariano, il nuovo 10 della squadra presentato oggi alla stampa.

“Si deve lavorare sugli errori – ha affermato Di Mariano – questa è l’unica cosa che si può fare. Non si può pensare a quello che è successo in passato, ma reagire e guardare i lati positivi. Non vedo altra strada. Per cambiare le cose è il lavoro l’unica via: costruire e credere in quello che fai”.

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