Nuovo allarme ambientale a Carini, nel palermitano, dove la costa si trasforma ancora una volta in una discarica abusiva e teatro di incendi dolosi. I Vigili del Fuoco sono intervenuti in via Amerigo Vespucci, in un tratto di arenile, per domare un rogo appiccato a un cumulo di cavi elettrici rubati, ammassati e pronti per essere “lavorati”. Un fenomeno, quello del furto e della combustione illegale di rame, che purtroppo non accenna a diminuire, causando danni ambientali e mettendo a rischio la salute dei cittadini.
300 Chili di Cavi in Fiamme: Guaina Bruciata per Estrarre il Rame
Questa volta, l’intervento dei pompieri ha permesso di rinvenire un quantitativo impressionante di materiale: circa 300 chili di cavi elettrici, un bottino che testimonia l’entità del traffico illecito di rame nella zona. I ladri, dopo aver accumulato le matasse di cavi rubati, presumibilmente da infrastrutture pubbliche o private, le nascondono sotto sterpaglie e rifiuti di vario genere, creando vere e proprie discariche a cielo aperto. Successivamente, appiccano il fuoco per eliminare la guaina in gomma che riveste i fili, al fine di estrarre il rame, metallo molto richiesto sul mercato nero.
Fumo Nero e Aria Irrespirabile: Residenti Esasperati Chiedono Aiuto
Sono i residenti della zona, esasperati da una situazione che si ripete con preoccupante frequenza, a lanciare l’allarme e a richiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco. La combustione della guaina in gomma, infatti, sprigiona una densa coltre di fumo nero e acre, carico di sostanze tossiche e nocive, che rende l’aria irrespirabile e minaccia la salute di chi vive nelle vicinanze. Un problema che si somma al degrado ambientale causato dall’abbandono indiscriminato di rifiuti lungo la costa.
Un Fenomeno da Contrastare con Maggiore Fermezza
L’episodio di via Amerigo Vespucci a Carini è solo l’ultimo di una lunga serie di incendi dolosi legati al traffico illecito di rame. Un fenomeno che richiede un’azione di contrasto più incisiva da parte delle autorità competenti, con maggiori controlli sul territorio e un inasprimento delle pene per i responsabili. È necessario tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, ponendo fine a questa pratica illegale e dannosa che continua ad avvelenare la costa di Carini. Servono interventi concreti per bonificare le aree utilizzate come discariche e per prevenire il ripetersi di questi episodi, magari installando delle telecamere. La collaborazione dei cittadini è fondamentale, segnalando tempestivamente alle forze dell’ordine eventuali movimenti sospetti o l’accumulo di materiale sospetto lungo la costa. La situazione è allarmante e necessita di interventi rapidi e sinergici per arginare il problema alla radice.