Non siamo avvezzi ad inseguire le voci di mercato, piuttosto abbiamo sempre aspettato le trattative prima di dare notizia di un possibile arrivo in rosanero, ma ci preoccupa l’attenzione rivolta al supermarket Brescia. Per questa ragione non intendiamo parlare di Ogbonna, di Coulibaly, di Barberis, Nestorovsky, Vasquez o altre suggestioni da Manchester, ma vogliamo ragionare sull’asse Palermo Brescia. Fermo restando che per adesso si trattano solo prestiti da riscattare o meno. È certo che Vido, Masciangelo, Orihuela hanno salutato Palermo e con ogni probabilità anche Elia, Sala, Tutino e Verre lasceranno il capoluogo siciliano.
Se non siamo avvezzi a sparare le prime suggestioni e voci senza trattative intavolate, abbiamo, sempre analizzato ciò che si muove attorno al Palermo con curiosità e passione, legata ad un tifo che nostro malgrado ci condiziona e ci condizionerà sempre nelle opinioni e nei giudizi. Soprattutto quando vediamo i prodromi della mediocrità all’orizzonte, quando viene troppo facile fare uno più uno non si può che ragionare di quello che sta succedendo.
Cosi i nomi di Bisoli, Luconi e Cistana, evocati da qualche autorevole testata giornalistica, diventano lo spunto per fare una riflessione ad alta voce che ci preoccupa parecchio. Quest’anno la tifoseria rosanero non potrà accontentarsi di gravitare anonimamente tra l’ottavo e il tredicesimo posto in serie B. Pretende, a ragione, che si costruiscano i presupposti per il salto di categoria. Allestire la prossima rosa deve essere fatto pensando alla serie A.
Così ci preoccupa lo sguardo rivolto a Brescia, a calciatori che magari interpreteranno alla lettera il noioso tiki taka di Eugenio Corini, ma che negli ultimi anni hanno deluso senza mai brillare particolarmente in serie B. No, Brescia non è il supermarket adatto alle ambizioni di una società che vuole andare in serie A, checche ne dica l’allenatore (per altro non stiamo parlando di Mourinho, Ancelotti o Guardiola, ma di uno dei peggiori tecnici della cadetteria italiana). Non possiamo prendere calciatori perché li ha allenati ed hanno obbedito al suo dettato “tattico”, il Palermo si deve proiettare alla serie A ed in questa prospettiva deve costruire la base di una rosa che possa fare il salto di categoria per restarci.
Già la conferma di Corini ha deluso tante e tanti tifosi. Sia chi rifiuta la sua idea di calcio e si incollerà a Pescara Foggia guardando con malinconia la sfida Zeman-Rossi, sia coloro che lo hanno amato e difeso nonostante il non gioco fino alla sua ingiustificabile fuga nel post Palermo Brescia. Cominciamo a ricucire il rapporto con una piazza delusa e ferita lasciando sprofondare in serie C il Brescia insieme alla sua pessima tifoseria e ai suoi mediocri calciatori, alzando la testa verso la serie A quando si intavoleranno le prime trattative.