Il Palermo torna alla vittoria in trasferta dopo cinque mesi, espugnando il campo del Cosenza con un rotondo 3-0 che, tuttavia, non deve trarre in inganno. Il risultato, fin troppo largo per quanto visto in campo, premia l’eccessivo cinismo dei rosanero e, soprattutto, la giornata da dimenticare della difesa calabrese. Una vittoria che, se da un lato permette a Dionisi di “salvare la panchina” (ma non avevamo mai davvero creduto che fosse in bilico, nostro malgrado resterà almeno fino a fine stagione) e di vedere il bicchiere mezzo pieno, dall’altro non cancella le perplessità su un gioco che non si è visto. Cosenza-Palermo è stata una partita dai due volti. Fino al lampo di Pierozzi dominata dai cosentini con Audero migliore in campo, che dopo lo svantaggio si sono sciolti come neve al sole.
Il 3-0 finale, firmato da Pierozzi nel primo tempo e da Brunori (su rigore) e Pohjanpalo nella ripresa, è una boccata d’ossigeno per una squadra che, nelle ultime uscite, aveva mostrato preoccupanti segnali di involuzione. I tre punti conquistati in Calabria permettono al Palermo di riavvicinarsi alla zona playoff (ora a -2) e di allontanare, almeno temporaneamente, lo spettro dei play-out.
L’analisi della partita, però, non può limitarsi al risultato. Il Palermo, soprattutto nel primo quarto d’ora, ha sofferto terribilmente le iniziative del Cosenza, rischiando di subire più di un gol. A salvare i rosanero è stato un super Audero, che si è guadagnato la palma di migliore in campo con almeno tre interventi decisivi. Una prestazione che conferma il valore del portiere, ma che evidenzia anche le lacune di una squadra che concede troppo agli avversari.
Dopo l’avvio shock, il Palermo ha cercato di prendere in mano le redini del gioco, ma la manovra è apparsa spesso lenta e prevedibile. A sbloccare il risultato, al 30′, è stato Pierozzi, bravo a sfruttare un cross di Verre e a sorprendere la difesa cosentina. Un gol “da rapace d’area di rigore”, come lo ha definito qualcuno, che ha dato il via alla vittoria rosanero.
Nella ripresa, il Palermo ha trovato il raddoppio su calcio di rigore, concesso per un fallo di mano di D’Orazio e trasformato da capitan Brunori. Il terzo gol, quello che ha chiuso definitivamente la partita, è stato realizzato da Pohjanpalo, lanciato in profondità da Verre. Due gol che portano la firma dei bomber rosanero, ma che nascono da errori individuali dei difensori calabresi, più che da azioni corali e manovrate.
E qui si innesta il principale interrogativo: il Palermo è davvero guarito? La vittoria di Cosenza, pur importante, non cancella i problemi emersi nelle ultime settimane. Serve una crescita sul piano del gioco, una maggiore cattiveria agonistica e una maggiore continuità di rendimento. Solo così i rosanero potranno ambire a un posto nei playoff. Blin, schierato a sorpresa in difesa, non ha demeritato, offrendo una prestazione più che sufficiente, ma la sua assenza a centrocampo ha reso manovra totalmente sterile incapace di incidere senza le provvidenziali giocate dei singoli (Verre, a tratti, e i due attaccanti).
La vittoria contro il Cosenza è un risultato che regala morale e punti, ma ad onor del vero, è arrivata grazie ad un Audero in grande spolvero ed un Cosenza a tratti imbarazzante. Che forse allontanerà nell’immediato le contestazioni di un ambiente per nulla soddisfatto. Ma è indubbio che la squadra abbia vinto sugli errori degli avversari, una delle peggiori squadre del campionato. Serve ben altro, da parte di tutti, per puntare concretamente a qualcosa di più della salvezza.
Le certezze rosanero sono Audero, Mignani, Blin e Pohjanpalo su questa spina dorsale si può o si potrà costruire qualcosa di importante, che per adesso è ben lungi da avere una forma.