Non è bastato Brunori, che malgrado il rigore sbagliato, è stato autore di una prestazione maiuscola, oggi la fortuna, che aveva assistito gli uomini di Corini sia a Modena che in casa con il Parma, ha deciso di abbandonare i rosanero. Partita brutta, degna dei campetti che abbiamo conosciuto in serie D, cattiva e mal gestita da un arbitro che non ha capito la differenza tra furore agonistico ed un calciatore che ti prende per il collo o ti da un calcio in faccia.
Per i primi 35 minuti a farla da padrone è la paura di perdere, con le squadre a guardarsi da lontano, senza mai veramente pungere. Il pochi lampi si accendono solo grazie alle individualità. Così Di Mariano, per una volta fuori dagli “schemi” di Corini, dietro la punta Brunori fa un assist felpato al centravanti rosanero che insacca con una spaccata volante. Si mette per il meglio, ma non c’è il tempo di esultare, che Rispoli pesca Florenzi lasciato solo da Mateju ed ecco ristabilita la parità. Si va al riposo sull’1 a 1.
La ripresa comincia come era finito il primo tempo, falli, cattiveria, agonismo, ma totale assenza di gioco da entrambe le parti. Addio fortuna ed un rimpallo su Segre manda in gol Rigione che la a ribalta. Immediata la reazione del Palermo e Brunori fa 2 a 2 deviando di testa una spizzata di Nedelcearu. Passano 4 minuti ed ancora un capovolgimento di fronte, errore di Mateju cross in area e il fallosissimo, non per l’arbitro, Larrivey travolge un Crivello (anche oggi inguardabile) con il suo fisico e di testa fa 3 a due per il Cosenza.
A questo punto Corini riesce a far più confusione di prima, cerca di passare ad un 3-4-1-2, ne viene fuori un arrembaggio scordinato da partita parrocchiale con palle gettate in area da centrocampo sperando nel soccorso della dea bendata. Evocata si presenta sua maestà la fortuna, che si lascia intravedere, arriva un rigore decisamente dubbio (soprattutto alla luce di Verona – Juventus). Sul dischetto va Brunori, insopportabilmente disturbato da Larrivey, ci pensa troppo ed alla fine calcia debole e non troppo angolato, Marson la devia in angolo e la partita finisce lì. I sei minuti di recupero sono campanili buttati a caso verso l’aria cosentina.
Arriva, purtroppo, la sconfitta a placare i presuntuosi entusiasmi espressi in settimana dal tecnico in tenuta nera dalle colonne di un autorevole quotidiano. Le partite si possono perdere, per carità, ma continuare ad offrire uno spettacolo così penoso settimana dopo settimana è masochismo puro. Il Palermo non è paragonabile alle corazzate della B, ma è una squadra che tecnicamente esprime valori significativi, perché dobbiamo affidare alla dea bendata e alle giocate dei singoli il nostro destino?