Si svolgerà il prossimo martedì, 30 maggio, a Bagheria presso il locale: “Meta Gaming Pub”, ubicato in Via Città di Palermo n. 140, un incontro con Pino Maniaci, giornalista attivo da anni nella lotta contro la criminalità organizzata.
L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sui canali del Meta Gaming Pub e sull’account Facebook de L’inchiesta di Bagheria.
Il tema dell’incontro con il giornalista, volto noto e celebre di Tele Jato, è reso dall’eloquente titolo dell’evento: “Impegno civico, informazione e legalità: come si contrasta la mafia”.
A moderare il talk con Pino Maniaci sarà Ignazio Soresi, portavoce del Comitato Cittadino “ReteCivica Bagheria”.
«Un incontro che passa da casa nostra, da questa casa, ma sul quale al contrario di altri, non abbiamo bisogno di mettere il capello per non sminuirne la valenza e l’impatto che speriamo possa avere sui giovani presenti» – Scrive Soresi nella nota.
«È un incontro aperto a tutti, al quale tutti possono partecipare, con il giusto spirito, quello del rinnovo di una memoria per alcuni di noi talmente recente da essere scomoda. È storia viva che richiede impegno vero e non di facciata, per questo è uno spazio poco confortevole per tutti quelli che scelgono il legale ma “poco opportuno” che a volte è troppo vicino al “poco trasparente”, poi finiscono per spendersi per battaglie lontane, molto utili da raccontare perché vinte da altri» – Conclude Soresi.
Lo spirito con il quale si presenta l’incontro assume un significato fondamentale: la trasmissione dei valori e della memoria, che non sia una memoria selettiva facile preda di consensi politici, bensì una memoria comune, una memoria cioè civica.
L’iniziativa dell’incontro con Pino Maniaci, in via definitiva parte dal principio secondo il quale l’attività di chi prodiga, esponendosi nella lotta alla mafia, sia esso come esponente delle forze dell’ordine, magistrato, giornalista o cittadino riamane la stessa; e deve essere proprio il senso civico dettato dalla responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti della comunità di cui è parte integrante, di riuscire a fare la differenza fra cupa rassegnazione, e voglia di riscatto.
Il nucleo fondante di tale concetto è la base del talk con Pino Maniaci: l’insieme dei valori che identifica i cittadini attivi, pienamente condiviso da chi svolge attività giornalistica, con coraggio, rifiutando tutte quelle logiche legate al servilismo, e all’indifferenza cementificata nelle coscienze che, al contrario, alimentano l’illegalità.
Valori rappresentati a pieno titolo da Pino Maniaci, la cui testimonianza diretta, può e soprattutto deve smuovere le coscienze di chi, purtroppo, distoglie il proprio sguardo di fronte ai crimini più efferati che avvelenano la società.
L’attività di Pino Maniaci nella lotta alla mafia, fra aggressioni e minacce, combattuta a testa alta
Giuseppe Maniaci, detto Pino, è nato a Palermo il 25 marzo del 1953; iniziò la sua carriera giornalistica a Telejato, che ha sede a Partinico, con alcuni servizi sull’inquinamento ambientale nella cittadina palermitana.
Nel 1999 ha rilevato l’emittente televisiva durante un periodo in cui quest’ultima dovete affrontare gravi problemi economici.
Pino Maniaci riuscì a saldare i debiti, ma dovette comunque far fronte ad alcuni obblighi previsti per le televisioni comunitarie, come il limite di pubblicità di tre minuti l’ora.
Sotto la sua direzione Telejato, attualmente visibile sul canale 184 del digitale terrestre, diventò il telegiornale più lungo del mondo, con una diretta di ben due ore; tanto che venne considerato una sorta di “CNN amatoriale e in miniatura”.
Da editore, Maniaci passò alla realizzazione di servizi giornalistici, con uno stile che non passò di certo inosservato.
Quel modo di fare informazione della piccola TV a conduzione familiare, rivoluzionario e decisamente fuori dagli schemi, attira sin da subito l’attenzione dei boss mafiosi, in particolare di Bernardo Provenzano, il quale prima di essere arrestato nel 2006 dopo il suo lungo periodo di latitanza, si fece installare un’antenna per seguire il Tg condotto da Maniaci che, ogni 31 gennaio, gli faceva ironicamente gli auguri in onda per il suo compleanno.
La reazione della criminalità organizzata alle inchieste di Pino Maniaci si manifestò duramente il 30 gennaio del 2008, quando il giornalista cadde vittima di un pestaggio, in cui riportò ematomi, fratture, e la tumefazione dell’occhio destro.
Nonostante l’aggressione Maniaci non si fece intimidire: il giorno dopo, condusse il suo Tg con i lividi sul viso.
Nel luglio dello stesso anno si verificarono altri atti intimidatori come l’arrecazione di danni alle auto di Telejato: gomme tagliate, cavi dei freni manomessi, parabrezza in frantumi, culminate, infine, nell’incendio di una delle vetture usate dall’emittente.
Due anni dopo Pino Maniaci e la sua famiglia ricevono una lettera con minacce di morte e, nel settembre del 2011, su alcuni muri di Partinico compaiono frasi offensive come: “Hai rovinato questo paese“, “Sei lo schifo della terra”.
Un’altra lettera di minacce arrivò nell’aprile del 2012; ma anche in quell’occasione Pino Maniaci mantenne ferma la sua decisione di continuare la sua lotta alla mafia, e anche nonostante le difficoltà economiche legate al passaggio al digitale terrestre, in cui nel mese di ottobre si mobilitarono molte associazioni, e anche dei cittadini, in segno di solidarietà.
In quell’anno Telejato inaugurò una nuova sede, e presentò Telejunior, per aspiranti giovani giornalisti.
L’anno successivo Pino maniaci realizza, insieme ad alcuni suoi collaboratori, il celebre servizio dal titolo: “La mafia dell’antimafia”, in cui sono narrate delle vicende riguardanti la mala gestione dei beni sequestrati dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo sotto la presidenza dell’ex giudice Silvana Saguto.
L’inchiesta condotta da Maniaci verrà raccontata anche nella serie originale Netflix del 2021: “Vendetta, guerra nell’antimafia”, che vede protagonista lo stesso Maniaci, e nel libro “In nome dell’antimafia”, di Salvo Vitale, edito nello steso anno.
Nel 2014 Pino Maniaci subì l’ennesimo attentato: venne data alle fiamme la sua auto, e a dicembre furono impiccati i suoi cani.
Il 3 maggio del 2014, e il 12 gennaio del 2016 sono per Maniaci due date indimenticabili: l’organizzazione no-profit Reporter Senza Frontiere lo ha, infatti, inserito nella lista dei 100 eroi mondiali dell’informazione.
Nell’agosto del 2017 ricevette minacce di morte su Facebook, da una pagina che inneggia ad alcuni boss mafiosi, e che venne denunciata dal giornalista nell’ambito di una campagna contro i contenuti social a favore della criminalità organizzata.
Maniaci fece chiudere anche pagine dedicate ai boss Totò Riina e Matteo Messina Denaro.
Nel maggio del 2022 Maniaci annuncia lo spegnimento degli storici impianti dell’emittente, dopo ben 33 anni di attività, a causa dello switch off del nuovo digitale terrestre.
venne lanciata così una campagna di raccolta fondi per ottenere la somma necessaria al passaggio di Telejato allo standard DVB-T2; l’emittente di Partinico attivò in seguito il servizio di streaming online.
Il 1° gennaio 2023 Pino Maniaci annunciò un nuovo canale TV per Telejato, sul numero LCN 195 del digitale terrestre: un traguardo raggiunto grazie alle donazioni.
In quella occasione venne lanciata una nuova raccolta fondi per coprire i costi di manutenzione per l’intero anno che ammontano a 40.000 euro.
L’attività di Pino Maniaci contro la criminalità organizzata, nonostante gli sia costata aggressioni, minacce, e che gli procurò anche numerose querele, continua tuttora sempre con la stessa determinazione.
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