Sicilia in ginocchio a causa del passaggio devastante dell’uragano mediterraneo dei giorni scorsi. In particolar modo Catania e le province orientali dell’isola sul versante jonico e Trapani e le Eolie sul versante tirrenico. In pochi mesi a causa della cenere vulcanica, dei nubifragi e in estate di incendi e caldo anomalo, la tenuta strutturale dell’isola è stata messa a dura prova. Per cui con urgenza la regione ha deciso lo stato di emergenza e chiesto al governo il riconoscimento di calamità nazionale. Con una nota dalla presidenza della regione:
“Si è appena conclusa al Palaregione di Catania la riunione del governo regionale, convocata dal presidente Nello Musumeci in seduta straordinaria e urgente, per deliberare lo stato di emergenza regionale e chiedere al governo centrale il riconoscimento dello stato di calamità nazionale. Alla riunione del governo ha partecipato anche il capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina, che ha relazionato sull’ondata di maltempo che da alcuni giorni sta devastando la Sicilia orientale.
La ricognizione dei danni – per la quale sono già stati attivati gli uffici regionali della Protezione civile, del Genio civile e degli Ispettorati agrari – sarà possibile solo dopo il cessato stato di allerta, che purtroppo potrebbe protrarsi fino a domenica.
Il presidente della Regione ha anche avuto stamane un colloquio con il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, che ha partecipato a Catania a un vertice in prefettura. Musumeci ha evidenziato al dirigente dello Stato la necessità di seguire a Roma procedure assai celeri per dare le necessarie risposte al territorio e alle aziende così pesantemente colpite”.
Dopo l’uragano mediterraneo ci si aspetta che si trovino i fondi per la ricostruzione dei luoghi e il risarcimento per chi ha subito gravissimi danni. Ma soprattutto bisogna adeguare la Sicilia ad un clima cambiato che somiglia sempre di più a quello tropicale.
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Redazione – Palermo Post