La trattativa ci sarebbe stata. Il patto scellerato tra pezzi dello Stato e Cosa nostra sarebbe stato siglato. Questo era emerso dal duro dispositivo della Corte d’assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, pronunciato il 20 aprile 2018 nell’aula bunker del Pagliarelli al termine di oltre quattro giorni di camera di consiglio.
Con questa conclusione processuale, formulata in primo grado, si e’ confrontato il processo d’appello che si e’ aperto il 29 aprile 2019 e che oggi approda a sentenza. L’accusa, rappresentata dai sostituti pg Sergio Barbiera e Giuseppe Fici, alla fine della requisitoria del 7 giugno scorso ha chiesto la conferma della condanne di primo grado: 28 anni per il boss Leoluca Bagarella, 12 anni per l’ex senatore Marcello Dell’Utri, gli ex carabinieri del Ros Mario Mori e Antonio Subranni, nonche’ Antonino Cina’, medico e fedelissimo di Toto’ Riina. Condanna a 8 anni per l’ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno e per Massimo Ciancimino, per calunnia, quest’ultimo poi stralciato e prescritto.
Sentenza stravolta in appello. Tutti assolti gli ex ufficiali dei carabinieri nel processo d’appello sulla trattativa tra Stato e mafia. La Corte d’assise d’appello di Palermo ha riformato la sentenza di primo grado e assolto i generali Mario Mori e Antonio Subranni e il colonnello Giuseppe De Donno. Erano stati condannati a 12 anni. Assolto anche Marcello Dell’Utri, condannato anche lui a 12 anni di carcere. La sentenza è stata emessa dopo tre giorni di camera di consiglio.
“È un’assoluzione di cui io e il collega che difende Giuseppe De Donno siamo stati sempre convinti. Finalmente la verità e’ venuta fuori a costo di sacrificio e di grande lavoro”. Lo dice l’avvocato Basilio Milio, legale del generale Mario Mori commentando la sentenza del processo sulla trattativa Stato-mafia”. “Abbiamo sentito sia il generale Mori che De Donno e sono molto contenti. La sentenza stabilisce che la trattativa non esiste. E’ una bufala, un falso storico”, ha aggiunto.
Redazione – Palermo Post