A Salerno, contro la penultima in classifica, era fondamentale ottenere una vittoria, e i tre punti sono finalmente arrivati grazie ai giocatori più rappresentativi della scuderia rosanero. Il Palermo è sceso in campo con l’atteggiamento giusto, determinato a imporsi sin dai primi minuti, costruendo occasione dopo occasione fino al gol capolavoro di capitan Brunori, tornato a essere il vero trascinatore e simbolo di questa squadra. La Salernitana, in evidente difficoltà, non riesce a reagire con efficacia, e così lo stesso Brunori si trasforma anche in assist-man, servendo un pallone perfetto a Pohjanpalo, fuoriclasse implacabile che non si lascia sfuggire l’occasione per raddoppiare. Un’azione da manuale, che piega ulteriormente la resistenza della formazione campana.
Tuttavia, i fantasmi delle numerose rimonte subite dal Palermo nel corso di questa stagione, contrassegnata da troppi alti e bassi, si sono riaffacciati anche allo stadio Arechi.
Come spesso accaduto, e ormai in modo preoccupante, il Palermo si è mostrato in debito d’ossigeno già al termine del primo tempo. Nella ripresa, la squadra ha perso lucidità, le idee si sono fatte confuse, e l’intera formazione si è abbassata nella propria metà campo, affidandosi più alla fortuna che a un gioco strutturato. La dea bendata non è mancata, soprattutto in occasione del gol annullato per fuorigioco a Tongya, vera spina nel fianco della retroguardia rosanero durante tutto il secondo tempo. Anche il tentativo di Verde, con un gran tiro a giro che ha solo sfiorato la traversa difesa da Audero, è stato un altro campanello d’allarme scampato per poco.
A quel punto, è il momento dei cambi per il tecnico del Palermo, che come spesso accade non portano i frutti sperati, risultando anzi controproducenti. Fortunatamente, di fronte non c’era una squadra temibile come lo Spezia, il Pisa o il Sassuolo, ma una Salernitana decisamente modesta, che ha sprecato numerose occasioni fino al novantesimo, quando è finalmente riuscita a segnare con Amatucci. A quel punto, le paure si sono riaccese: sullo stadio di Salerno sono tornati ad aleggiare gli spettri delle clamorose rimonte subite nel corso di questo campionato. Le gambe si sono fatte pesanti, l’insicurezza è cresciuta, ma per fortuna questa volta gli avversari non hanno avuto la forza né la qualità per approfittarne fino in fondo. Così, il Palermo porta a casa tre punti preziosi e, complice la sconfitta del Bari a Carrara, conquista anche il sorpasso in classifica, tornando nella tanto ambita zona playoff.
Guardando la rosa a disposizione, il Palermo era una squadra tecnicamente attrezzata per puntare alla vittoria del campionato, probabilmente seconda soltanto al Sassuolo per organico e potenziale. Tuttavia, resta da capire se le qualità individuali saranno sufficienti per centrare l’obiettivo stagionale e disputare i playoff con la determinazione e la maturità che la storia e il blasone del club richiedono. Al momento, le problematiche non mancano: la squadra appare in seria difficoltà dal punto di vista atletico, fatica a mantenere la tenuta fisica per tutti i novanta minuti e continua a mostrare una fragilità psicologica che in partite delicate può fare la differenza in negativo.
La partita di Salerno non era certo lo spartiacque della stagione rosanero, ma rappresentava un passaggio obbligato da superare. Sarà invece il prossimo impegno contro il Sassuolo, capolista con ben trenta punti di vantaggio sul Palermo, a dare indicazioni più chiare e concrete su quali potranno essere, realisticamente, le ambizioni della squadra. Un confronto che dirà molto non solo sul valore tecnico, ma anche sulla tenuta mentale e fisica dei rosanero