Dopo la maxi retata, che portò lo scorso autunno all’arresto di cinquantotto persone, smantellando una delle piazze di spaccio più grandi del meridione d’Italia, torna la droga allo Sperone. Infatti, con l’operazione condotta Carabinieri della Compagnia di Palermo Piazza Verdi, nella quale è stato arrestato un uomo palermitano di 30 anni, si dimostra che la droga allo Sperone continua a girare in grandi quantità.
I Carabinieri hanno trovato il grande quantitativo di droga durante un servizio di contrasto al traffico illecito di sostanze stupefacenti, svolto proprio nel quartiere. I militari, insospettiti dall’attività del giovane uomo hanno disposto la perquisizione della sua abitazione. In casa del giovane c’erano oltre dieci chili tra hashish, già confezionato in panetti, e marijuana.
Il 30enne arrestato su disposizione del Pubblico Ministero, è attualmente presso la casa circondariale competente. Infatti, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere.
Torna la droga allo Sperone
La droga rinvenuta allo Sperone, avrebbe fruttato profitti illeciti per oltre sessantamila euro nella vendita al dettaglio. I panetti di hashish e la Marijuana sequestrata saranno analizzate dal Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale per le verifiche di rito.
Bisogna constatare che capacità di rigenerare il traffico di droga all’interno del quartiere Sperone è davvero notevole e rappresenta uno dei principali problemi in Città. Va da se che accanto ad essa, come dimostrano le numerose operazioni nell’ultimo anno, si muove l’altrettanto efficace capacità repressiva di Carabinieri e Polizia di Stato. Che provano a bonificare il quartiere dai traffici di sostanze stupefacenti. Se la droga torna allo Sperone, è perché accanto al lodevole impegno delle forze dell’ordine, non c’è l’altrettanto decisa opera di chi dovrebbe fare un’opera preventiva.
Mancano gli investimenti politici e socio-economici per fare uscire le periferie palermitane dalla condizione di marginalità, abbandono e disagio.
Roberta D’Asta – Palermo Post