Rosalia, patrona di Palermo, gode di una diffusa devozione in Sicilia, al pari delle martiri Agata di Catania e Lucia di Siracusa, non ha una storia altrettanto ricca di testimonianze, ma la sua vita, é più avvolta dal mistero. Avuto in dono dalla regina il monte Pellegrino, Rosalia lo sceglie per condurvi vita di penitenza e qui torna per l’estremo riposo, probabilmente dopo aver peregrinato in altri luoghi ancor più lontani dalle distrazioni mondane, sull’esempio degli antichi anacoreti. L’evento riaccende la devozione popolare, e Urbano VIII nel 1630 inserisce il nome di Rosalia nel Martirologio Romano al 15 luglio e al 4 settembre.
E se a Palermo il 15 luglio é il giorno della festa, della discesa del carro della Santa per il Cassaro e della commistione tra sacro e ludico, tipica delle tradizioni popolari dei Santi di Sicilia, il 4 Settembre é il giorno dell’ascesa a Montelepellrgrino. Ogni anno, fin dalle prime ore della notte, migliaia di fedeli partono dalle pendici del monte per arrivare alla grotta dove le ossa della Santa furono trovare. Nei secoli centinaia di migliaia di palermitani si sono arrampicati per il sentiero, molti dei quali in ginocchio, una tradizione, questa, dal forte impatto spirituale.
Ieri notte nella città che si preparava al primo temporale post estivo (evento che non sta facendo registrare particolari disagi, a parte un paio di allagamenti in via Libertà) attorno alle pendici del monte pellegrino c’era un insolito silenzio. Una sola macchina della Polizia Municipale a sbarrare e controllare l’inizio dell’ascesa. Perché per il secondo anno consecutivo a causa della Pandemia da Covid 19 l’acchianata é stata negata. Si aspetta la fine della pandemia per ricongiungere Rosalia con il suo popolo, sia il 15 luglio che il 4 settembre.
Roberta D’Asta – Palermo Post