Eppure, a pensarci bene, la Santuzza ci aveva avvertiti!
L’anno scorso, tra il ritardo del Vescovo e le continue minacce di scrosci temporaleschi, l’acchianata la ricordiamo “agitata” e del resto il 2020 non si è aperto con i migliori auspici.
E l’acchianata negata di questo funesto 2020 conferma il ciclo delle “male notizie”!
L’acchianata è uno dei momenti più attesi dalla città, perché perpetua e preserva la secolare tradizione di un atto di devozione unanime alla santa protettrice, Santa Rosalia.
Che l’atto sia frutto di una devozione religiosa o laica non reca in sè alcun valore distintivo; ogni palermitano che rivendichi la sua appartenenza alla città natale tributa con lo stesso trasporto la sua Santuzza.
I motivi che muovono all’acchianata sono da sempre i più disparati e confidarli alla Santuzza, dopo la lunga e sofferta camminata in salita, assicura la consapevolezza del raggiungimento di una, seppur momentanea, pace interiore.
Nella notte tra il 3 e il 4 settembre ogni palermtano rinnova e sancisce il suo personale e indissolubile legame con la Speranza e l’adorazione delle reliquie della Santuzza, dall’atavico equilibrio cattolico-pagano, ripaga l’attesa lunga un anno.
Quest’anno, caratterizzato da eventi che hanno trasformato l’intero globo terrestre, verrà negata l’opportunità di “conferire” sull’argomento con l’adorata Santuzza, perché, a seguito di un’ordinanza comunale firmata dal Sindaco Orlando, non sarà possibile transitare lungo la cosidetta “strada vecchia” per rispettare la normativa anti assembramento. Siamo sicuri che la preghiera alla Santuzza più gettonata per l’anno a venire sarà quella di ripetere il miracolo della liberazione dalla “peste”.
Irene D’Asta – PalermoPost