Rinviata l’udienza per affondamento Nuova Iside

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Aula troppo affollata e il processo per l’affondamento del peschereccio “Nuova Iside” é stato subito rinviato al 16 novembre. Lo ha deciso il presidente della IV sezione penale di Palermo, Bruno Fasciana, dinanzi al quale stamattina si sarebbe dovuto celebrare la prima udienza per il caso del “Nuova Iside”, il peschereccio di Terrasini affondato la notte del 20 maggio 2020 al largo di San Vito Lo Capo, dopo la presunta collisione con la petroliera Vulcanello. A perdere la vita i tre membri dell’equipaggio del Nuova Iside, i pescatori Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono. All’esterno del Tribunale uno striscione di familiari e amici, con fondo blu e la scritta bianca: “Giustizia per la Nuova Iside” e le foto dei volti delle tre vittime.

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Imputati – con l’accusa di avere causato il naufragio – il comandante della “Vulcanello” Gioacchino Costigliola, Giuseppe Caratozzolo, terzo sottufficiale di coperta e il timoniere della petroliera, il romeno Mihai Jorascu. Quest’ultimo – si é appreso oggi nel breve scorcio di udienza – deceduto (i legali hanno fatto in tempo a presentare il certificato di morte).

Oggi in aula c’erano gran parte dei familiari delle vittime che intendono costituirsi parte civile, assistiti dagli avvocati Cinzia e Antonio Pecoraro, Paolo Grillo, Aldo Ruffino e Giuseppina Scrudato, numerosi difensori oltre alla Corte e al pm Vincenzo Amico. Il presidente Fasciana, di fronte all’evidente rischio di assembramento e in rispetto alle normative anti covid, non ha potuto fare altro che rinviare ad altra data (16 novembre) in un’aula più capiente, quale quella della Corte di assise di appello.

Lo scorso luglio il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto, accogliendo la richiesta della Procura, aveva disposto il giudizio immediato per i tre indagati ritenendo che le prove fossero evidenti: Secondo la ricostruzione dell’accusa, il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Vincenzo Amico, il Nuova Iside era a prua della petroliera. Lo é stata per oltre 20 minuti, il rischio collisione era chiaro ma a bordo della petroliera nessuno si accorse di niente.

Redazione – Terrasini Post

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