A seguito degli accertamenti effettuati, in questi giorni, dai carabinieri della Stazione Centro, sono stati denunciati a piede libero 4 minorenni di Palermo, riconosciuti come gli artefici delle scritte scarabocchiate, con pennarello nero, su una colonna del Teatro Massimo. Il reato a loro contestato, secondo l’articolo 639 del Codice penale, è quello di deturpamento ed imbrattamento di cose altrui.
Dopo la scoperta dell'”imbrattamento” – si spiega in una nota – sono state subito avviate le indagini che oggi hanno portato al deferimento dei 4 giovanissimi. Gli accertamenti sono partiti – si aggiunge – dalla visione di alcune fotografie apparse sui social media e riprese anche da qualche testata giornalistica, nonché dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nell’area del teatro. Così è stato possibile individuare i ragazzi. La raccolta delle testimonianze dei giovani, presenti sul posto al momento del fatto, ha completato il quadro di quanto è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di tutti i responsabili.
Il reato contestato – si spiega – poiché commesso su cose di interesse storico o artistico, comporta, qualora gli odierni indagati dovessero risultare colpevoli al termine dell’iter giudiziario, la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da mille a 3mila euro.
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in una nota esorta i giovani a rispettare il patrimonio artistico e culturale della loro città: “Esprimo grande apprezzamento ai carabinieri della Stazione Centro che in pochissimo tempo hanno individuato i responsabili degli atti vandalici ai danni del Teatro Massimo, patrimonio artistico non solo della cultura palermitana ma mondiale. Ai militari va il mio più sentito ringraziamento. Inoltre, faccio appello ai giovani palermitani affinché abbiano sempre cura della loro città. L’importante ruolo della scuola e delle famiglie nell’educazione dei ragazzi è fondamentale per trasmettere quei valori che stanno alla base del rispetto della comunità”.
Redazione – Palermo Post