“La strada è un’infrastruttura di trasporto destinata alla circolazione di veicoli terrestri (in special modo su ruota) e, in misura marginale, di pedoni e animali.”
Wikipedia suggerisce questa definizione e non si può che essere d’accordo. L’uomo, nel corso del tempo, ha avvertito l’esigenza di costruire e definire delle vie di conduzione che gli permettessero di partire da un punto A e arrivare a un punto B.
Va da sé che, durante il tragitto, vi è un flusso continuo di emozioni. E’ qui che nascono le riflessioni più sincere, i ripensamenti quotidiani e si sviluppano le nostre consapevolezze. Si scarica la tensione di un incontro, si rafforzano le attese e, a volte, ci si ritrova con la band musicale preferita in sottofondo. E’ qui che si sviluppano i desideri e accrescono i sogni ed è qui che, troppo spesso, i desideri appassiscono e i sogni si infrangono.
Le strade devono condurre ai propri obiettivi e non prestarsi a scenari macabri e disperati. Non si può e non si deve assaggiare il sapore ruvido dell’asfalto. Non con questa frequenza.
Ogni anno nel mondo muoiono in strada 1,4 milioni di persone (per oltre la metà sono pedoni, ciclisti e motociclisti) e 50 milioni restano ferite. Sul piano globale, le ferite da incidente stradale sono l’ottava causa di morte per tutte le età e la prima causa di morte tra i 5 e i 29 anni.
Nel primo fine settimana del mese (2-4 dicembre) sono stati 33 i morti sulle strade italiane, secondo i dati dell’Associazione sostenitori della Polstrada (Asaps). Nelle 72 ore hanno perso la vita 22 automobilisti, 5 motociclisti, 5 pedoni e 1 su furgone. Tre incidenti mortali sono avvenuti in autostrada, 19 sulle strade extraurbane principali. La fuoriuscita del veicolo senza il coinvolgimento di terzi è stata la causa di 18 decessi. Fra le 33 vittime, 11 avevano meno di 35 anni, la più anziana aveva 90 anni, quella più giovane un bambino di appena un anno. Sono state 5 le vittime in Sicilia e Lazio e 4 in Lombardia e Umbria. In Veneto e Puglia sono 3, 2 in Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e 1 in Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia.
La sicurezza sulle strade è un tema ricorrente. Da anni oramai vengono indetti incontri, organizzate manifestazioni pubbliche e create campagne di sensibilizzazione. I corsi di guida sicura sono onnipresenti e i mezzi di trasporto hanno raggiunto dei livelli di intelligenza che, molto spesso, surclassa quella di chi il mezzo lo conduce. La solfa, però, non sembra cambiare; anzi dopo la pausa pandemia che, causa restrizioni, ha dato respiro al sangue in strada, la percentuale dei morti sull’asfalto si è affrettata a riavvicinarsi ai ritmi pre-Covid.
Con le nuove tecnologie gli incidenti stradali e le morti in strada dovrebbero ridursi al lumicino e invece notiamo un aumento considerevole, un numero che anziché ridursi aumenta vertiginosamente. A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa serve per invertire questa tendenza? Le risposte sarebbero diverse così come, nel concreto, le cose da fare sarebbero tante e numerose.
Una vera e seria riforma del codice della strada potrebbe, indubbiamente, apportare tanti benefici. Ma per quanto ci si possa ragionare su ciò che permetta di attutire o diminuire le infrazioni e gli incidenti stradali c’è, in realtà, un solo modo per poterli ridurre. La chiave, è utilizzare un approccio innovativo rispetto al tema della sicurezza. Andando al di là del semplice rispetto del codice stradale o della consapevolezza dei danni potenziali, e concentrandosi invece su tecniche e strumenti di previsione degli avvenimenti sulla strada.
Bisogna agire, preventivamente, sulla mentalità di chi si mette alla guida. Educare gli automobilisti alla conoscenza delle conseguenze che la distrazione da smartphone può causare, così come la guida in stato di ebbrezza o l’alterazione da sostanze stupefacenti. La concentrazione al volante è fondamentale. Lo stato, con le sue rappresentanze, dovrebbe modificare il fine delle sue azioni cercando di agire sulla coscienza dei suoi cittadini e nel rispetto della loro tutela. Senza affannarsi nel tentativo di rimediare ai vizi e ai capricci dei più noti palazzinari.
Oramai sulle strade, di qualsiasi entità, il pericolo è incombente.
Prudenza alla guida con un tocco di consapevolezza. Viviamo in un mondo ricco di occasioni e opportunità in cui il fallimento è contemplato ma non possiamo disperdere ciò che di più prezioso abbiamo al mondo per una semplice distrazione.
In questa vita ci è stata data una sola possibilità.
Giuseppe Carbone
Statistiche angoscianti. Eppure adeguamenti, cantieri, sperimentazioni, ne sono state fatte. E anche se ai più non sembra, ne vengono fatte. Ma ancora non si riesce a trovare la chiave di volta. Soprattutto nella testa delle persone. Spesso anche la troppa sicurezza e la troppa familiarità con la guida hanno l’effetto di abbassare la guardia. “Tanto è una vita che guido”.. “mi è sempre andata bene”.. niente di più pericoloso pensarla così.