L’avventura di Alessio Dionisi sulla panchina rosanero dovrebbe essere giunta al capolinea dopo una stagione al di sotto delle aspettative, culminata con l’eliminazione ai playoff di Serie B e un bilancio di sconfitte superiore a quello delle vittorie. Mentre si attende l’ufficializzazione del divorzio e le parti sono in trattativa per la rescissione contrattuale, la dirigenza, guidata dal direttore sportivo Carlo Osti, è già al lavoro per individuare il successore.
L’addio di Dionisi, il cui ultimo allenamento a Torretta ha di fatto sancito la fine del rapporto, apre formalmente la caccia al nuovo tecnico. Le modalità della separazione sono ancora da definire, con la risoluzione consensuale resa complessa dall’ingaggio dell’allenatore, legato al club fino al 30 giugno 2027.
L’alternativa è l’esonero. I numeri impietosi della stagione – ben 16 sconfitte totali, di cui 14 nella regular season, oltre all’uscita dalla Coppa Italia – hanno reso inevitabile la rottura. Il primo, impellente compito del nuovo allenatore sarà, come sottolineato dalle cronache, “ridurre il più possibile le battute d’arresto” e affrontare le “criticità evidenti” della squadra.
Tra i nomi che circolano con insistenza, quello più accreditato sembrerebbe essere Alberto Gilardino, che pare essere in pole position. L’ex attaccante del Palermo, che ha lasciato un buon ricordo nella stagione 2015/16, si sarebbe detto disponibile a tornare in Sicilia. Contatti sarebbero già stati avviati. Subito dietro Davide Possanzini, autore della salvezza del Mantova e considerato una scommessa (legato fino al 2026, ma con una clausola rescissoria da un milione valida fino a fine mese).
Due profili che lasciano più di una perplessità, soprattutto per la scarsa esperienza: entrambi i tecnici non arrivano a maturare più di tre anni da primo allenatore. Palermo e il Palermo hanno bisogno di mani esperte alla guida tecnica e di voci sagge, autorevoli e misurate davanti ai microfoni.
La squadra deve trovare nel tecnico una guida autorevole e decisa, e il tecnico deve percepire Palermo come un punto di arrivo e non un trampolino di lancio per una carriera dalle ambizioni smisurate. Condizione, quest’ultima, che porta spesso i giovani allenatori a percorrere strade che mettano più in luce l’incisività degli allenatori che la valorizzazione della rosa, la quale si trasforma in squadra.
Per tutte queste ragioni, tra i nomi circolati, quello di Nicola sarebbe quello che si adatterebbe meglio alle esigenze di una piazza nella quale sarà difficilissimo riconquistare la fiducia e l’affetto dei tifosi, senza i quali nel calcio, volenti o nolenti, non si canta messa.
Ma siccome non ci fidiamo e non ci siamo mai fidati del City Football Group, delle loro intenzioni, né tantomeno delle loro capacità, sappiamo, con l’amarezza di chi è realista, che con ogni probabilità sarà Gilardino a sedersi sulla panchina rosanero. Del resto, se questa fosse stata una società seria ed ambiziosa, Silvio Baldini sarebbe rimasto a scrivere pagine di storia rosanero.