La sconfitta contro il Cittadella segna il punto più basso di una stagione che ormai ha abbandonato ogni traccia di ambizione. Il Palermo, che avrebbe dovuto lottare per la promozione, si ritrova invece a guardarsi alle spalle, con i playout sempre più vicini. Una squadra fragile mentalmente, un allenatore in evidente confusione, una società che sembra incapace di prendere decisioni sensate: questa è la fotografia attuale di una situazione drammatica.
Dionisi: il Capitano Che Non Sa Guidare la Nave
Alessio Dionisi, allenatore scelto per guidare la squadra verso i playoff, sembra invece il primo responsabile di questo disastro. Le sue scelte tattiche non convincono, i suoi cambi spesso risultano dannosi, e il suo approccio alla gestione del gruppo lascia più dubbi che certezze, con una squadra che appare sempre più scollata, ognuno sembra giocare per se stesso.
Contro il Cittadella ha lasciato Brunori, l’unico vero bomber della squadra, in panchina. Una scelta che, alla luce dei fatti, si è rivelata suicida. Il tridente Pierozzi (che di mestoere dovrebbe fare il terzino destro)-Le Douaron-Insigne, schierato dal primo minuto, non ha avuto né incisività né concretezza. Dionisi sembra vivere nel tentativo costante di trovare una “formula magica” che però non esiste, perché questa squadra manca di un’identità chiara. Il Palermo è un cantiere aperto, e la sensazione è che il tecnico stia brancolando nel buio.
Il Problema Non È Solo Tattico
Non si tratta solo di schemi. Il problema è anche mentale. Una squadra che va in vantaggio e non sa gestire il risultato, o che reagisce con timore alla prima difficoltà, è una squadra che non crede nei propri mezzi. Questo tipo di fragilità è il riflesso di un allenatore che non sa trasmettere fiducia. A questo si aggiungono scelte discutibili in ogni reparto: una difesa disorganizzata, un centrocampo lento e un attacco che dipende dalle fiammate di pochi elementi.
Quanto ancora bisogna aspettare prima di cambiare guida tecnica? Aspettare il mercato di gennaio per tentare di correggere i problemi senza risolvere il nodo in panchina è una strategia miope. Se Dionisi non ha più la squadra in mano, come sembra evidente, il cambio andava fatto ieri, non domani.
Una Squadra Sopravvalutata: Il Vero Limite del Palermo
Quando la stagione è iniziata, molti tifosi e addetti ai lavori hanno elogiato la rosa rosanero. Si parlava di un organico competitivo, con esperienza e qualità, in grado di giocarsela con le migliori. Oggi, però, è evidente che quei giudizi e quell’entusiasmo erano quanto meno eccessivi.
L’attacco del Palermo è il simbolo della sterilità di questa squadra. Costruire occasioni è importante, certo, ma il calcio si decide sui gol, e i rosanero sono una macchina incapace di finalizzare. Contro il Cittadella, la squadra ha avuto diverse opportunità, ma non ha mai dato l’impressione di poter realmente prendere il controllo della partita. La rete di Lund è arrivata su una respinta di un palo, non su un’azione costruita. Questo non può bastare.
Brunori, l’attaccante su cui si dovrebbe costruire il futuro, entra solo nel secondo tempo e si trova a lottare contro i mulini a vento. Da solo, con pochi palloni giocabili e nessun supporto. Una situazione che, alla lunga, logora anche i giocatori migliori.
Se l’attacco non segna, la difesa non offre nessuna garanzia. Gli errori contro il Cittadella sono l’ennesima dimostrazione di un reparto incapace di reggere la pressione. Vita segna il primo gol approfittando di una dormita generale, con Baniya che abbandona colpevolmente la marcatura e Desplanches incerto nel tentativo di parata. Sul secondo gol, Masciangelo si prende gioco di Buttaro con una facilità disarmante. Errori di posizionamento, mancanza di aggressività, e una totale assenza di leadership in campo: così il Palermo sta collezionando sconfitte su sconfitte.
Incapacità decisionale
La promozione è già un miraggio, ma ciò che è inaccettabile è l’idea che il Palermo possa rischiare la retrocessione. La Serie B è un campionato lungo e imprevedibile, e i playout sono una minaccia concreta. Con una dirigenza che in due anni e mezzo ha preso pochissime decisione e quando lo ha fatto ha sbagliato il dramma sembra davvero dietro la porta. Di Fronte ad un fallimento totale serve una rivoluzione totale.
Con i risultati delle ultime giornate, il Palermo è sceso pericolosamente verso la zona calda della classifica. Se la Sampdoria dovesse vincere il suo prossimo incontro, i rosanero si ritroverebbero a un solo punto dai playout. Questa prospettiva, impensabile a inizio stagione, è ora una realtà con cui fare i conti.
Basta Alibi, Servono Azioni
Il Palermo non può più nascondersi dietro gli alibi. Dionisi, i giocatori e la società hanno tutti la loro parte di responsabilità in questo disastro. Ma continuare così significa condannarsi da soli. Serve una scossa immediata, una presa di coscienza che porti a decisioni coraggiose. Prima l’esonero di Dionisi, a questo punto, sembra l’unica soluzione percorribile, ma successivamenyte deve essere accompagnato da acquisti mirati nel mercato di gennaio e un commissariamento del management italiano del City Football Group. Oppure come più volte abbiamo auspicato la cessione della società ad una proprietà che abbia intenzione di onorare Palermo e i suoi tifosi, non servono miliardi di euro, serve serietà e passione. Basta guardare 100 Km più ad Occidente l’esempio di Antonini, quanto rispetto e quanta passione sta regalando alla città di Trapani.