L’ennesima sconfitta del Palermo, la decima in 24 partite, mette a nudo una crisi profonda, Errori degli arbitri. Ma anche, scelte societarie discutibili, deriva tecnica e la necessità di una figura forte al comando.
Errori degli Arbitri non possono essere Alibi
L’ennesima sconfitta, la decima su 24 gare, dei rosanero evidenzia problemi strutturali che vanno ben al di là dei torti arbitrali. Il Palermo è una nave alla deriva, senza timone e senza una rotta precisa. Una squadra con evidenti problemi strutturali, che vanno ben oltre la singola partita persa. Calciatori fuori ruolo, scelte tecniche discutibili, un allenatore, Dionisi, che pecca di un’esagerata presunzione. Ma, soprattutto, una società che in tre anni, nonostante i tanti soldi spesi, ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza.
L’arbitraggio Bonacina solleva il problema tra Palermo e gli Arbitri
Fatta la dovuta premessa. Bisogna affermare con forza che oggi l’arbitro Bonacina ha contribuito, e non poco, alla rovinosa sconfitta casalinga. Se a Reggio Emilia l’arbitraggio non poteva essere la sola causa della sconfitta, a dire il vero oggi non può che essere la prima delle cause di questo ennesimo passo falso.
Possiamo affermare, senza paura di essere smentiti, che le scelte del signor Bonacina sono state in palesemente sbagliate e che gli errori siano stati vergognosamente reiterati.
Non solo il fallo netto, fuori o dentro l’area di rigore poco importa, con annessa espulsione sacrosanta, non fischiato su Le Douaron. Ma l’intera conduzione arbitrale è stata a senso unico. Tanti gli episodi: falli fischiati a senso unico, ammonizioni, fuorigioco inesistenti, persino falli laterali assegnati al contrario, dimostrano chiaramente come il Palermo sia sacrificabile per equilibrare qualche torto subito da altri, che tanto da Viale del Fante non si alza mai la voce. Vige in tutto e per tutto il British Style.
Perché certe squadre, come la Reggiana, prontamente risarcita a scapito del Palermo proprio una settimana fa, possono presentare dossier dettagliati con tutti i torti subiti e il Palermo no? Magari il dubbio che con questo stile inglese e la puzza sotto al naso non abbiamo fatto altro che diventare zerbini. In fondo l’atteggiamento distaccato e snobistico verso tutto e tutti, nella vita come nello sport porta solo all’isolamento, che seppur dorato sempre di solitudine di parla. Chi rappresenta Palermo deve pretendere rispetto, per sé stesso, la tifoseria e un’intera città, fin troppo bistrattata oltre lo sport.
Siamo sicuri che lo Stile British sia la strada giusta?
Quello di oggi è stato un arbitraggio inaccettabile, come il trattamento riservato da altri arbitri al Palermo durante la stagione. Infatti, dobbiamo dirlo con forza e pubblicamente. Dallo stile British all’evanescenza il passo è breve. Al Palermo serve prima di tutto un Presidente, capace di fare sentire il proprio peso, che difenda il Palermo e i suoi tifosi. Altrimenti, continueremo a essere il tappetino su cui tutti, arbitri compresi, si puliscono dal fango. Mirri va ringraziato per aver risollevato le sorti del Palermo, dopo la violenza e i soprusi subiti dalla finale playoff di Frosinone fino alla radiazione. Ma adesso Palermo ha bisogno di un uomo o una donna che sappia prendere le redini e lottare in ogni sede affinché venga rispettata la nostra storia, che è molto più di una narrazione nostalgica per fini di marketing.
Anche a causa degli arbitraggi stiamo buttando nella pattumiera chiamata mediocrità la terza stagione targata City Football Group. Delle due l’una: o si mettono ai vertici uomini o donne di comprovata esperienza e capacità nel mondo del calcio italiano, oppure chi ha trovato l’eldorado nel capoluogo siciliano sta facendo esattamente quello che vuole il gruppo, ossia vegetare in Serie B con la prospettiva massima di essere, un domani, utile alla crescita del Manchester City.
Chi deve dimostrare che Palermo non è un mero satellite in orbita attorno al pianeta inglese, lo faccia adesso, che il tempo e con esso la pazienza stanno volgendo al termine,