Emergono i primi particolari dell’operazone antidroga condotta dalla Questura di Palermo. I pusher effettuavano precisi turni di lavoro in modo da assicurare un ‘servizio’ ai clienti h24. E a ogni arresto gli spacciatori venivano prontamente rimpiazzati da nuove leve. È uno dei retroscena dell’operazione antidroga eseguita a Palermo dalla Polizia che ha smantellato un gruppo criminale che gestiva una fiorente attività di spaccio davanti l’istituto comprensivo Manzoni-Impastato alla Zisa.
Sei le persone arrestate, quattro quelle denunciate. Sono accusate, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di ogni tipo di sostanza stupefacente della marijuana alla cocaina, in concorso tra loro e in quanto componenti di un’associazione criminale. Nel corso del tempo, potendo contare su una fitta rete di pusher sistemati in luoghi strategici, nel quartiere Zisa ed in particolar modo attorno alla scuola, la banda di spacciatori poteva contare su un controllo h24 del territorio ed era in grado di rifornire i propri clienti, in molti casi anche minorenni, in qualsiasi orario attraverso molteplici luoghi presidiati dai pusher.
“Nonostante i sequestri e gli arresti in flagranza di reato, gli indagati hanno proseguito la loro attività estendendo la loro azione criminale nelle zone limitrofe e assoldando nuove leve”, dicono gli investigatori, spiegando che l’attività illecita ha portato nelle casse del gruppo “ingenti guadagni”, grazie ai numerosissimi episodi di spaccio, anche 50 al giorno.
L’Operazione antidroga condotta dalla Polizia di Stato ha messo in luce, come a Palermo ci siano ancora zone franche nelle quali é possibile esercitare attività criminale alla luce del sole. Fa impressione anche il ricambio costante di nuove leve, pronte a delinquere.
Redazione – Palermo Post