Delle due una, o il Signor Livio Marinelli non è all’altezza di arbitrare una partita di calcio professionistico, dove si condizionano stagioni che valgono milioni, indotto e posti di lavoro, oppure era in malafede e questa cosa sarebbe ancora più grave. Ieri il fischietto di Tivoli ha fatto tanti di quegli errori da non potere essere giustificato con il vecchio detto latino errare humanum est.
Nel festival degli errori arbitrali: l’assegnazione di un rigore inesistente, confezionato insieme alla sala Var, decine di falli inesistenti fischiati a favore del Cagliari, le mancate ammonizioni a Pavoletti (almeno tre lampanti), numerosi falli per il Palermo non fischiati, compreso l’ultimo netto su Soleri, che ha portato il Cagliari a passare il turno. Un disastro, che come sempre non sarà pagato. La corporazione arbitrale si autotutela nella più assoluta impunità. Basta pensare che La Penna, pescato con le mani nella marmellata, sta ancora facendo l’arbitro ai massimi livelli. Quanti milioni costò all’intera città di Palermo il suo arbitraggio a Frosinone? Non andare in serie A quell’anno significò portare l’us Città di Palermo verso il baratro del fallimento. Milioni di interessi, posti di lavoro persi, economia cittadina che ne ha pesantemente risentito. Tutto perché in buona, o molto più probabile, cattiva fede un uomo decide che devi perdere una partita.
E con il VAR la musica non è cambiata, le decisioni continuano a prenderle nella più assoluta impunità gli arbitri e candidamente nella stessa partita sanzionano lo stesso episodio in modi differenti a secondo di chi lo ha commesso, avendo il potere di interpretare le regole e la realtà a proprio piacimento. Che tanto non si torna indietro, poco importa se un arbitro ti butta fuori da un mondiale perché deve passare la Corea di turno o cancella la promozione che ti saresti guadagnato sul campo. Lui ha il potere assoluto sul calcio e di conseguenza su un volume economico di miliardi di euro.
Errare humanum est dicevano i latini, ma perseverare autem diabolicum. Ecco perché non si possono lasciare impuniti gli errori arbitrali. Se io calciatore prendo un bonus di 1000€ o un 1000000€ per il passaggio di un turno e tu arbitro, per errori giudicati macroscopici o in cattiva fede da un organismo terzo, me lo impedisci, allora in forma individuale o attraverso la tua associazione mi devi come minimo risarcire. Così funziona nella vita extra calcistica la giustizia e così dovrebbe funzionare anche per le vicende che si svolgono all’interno di un rettangolo di gioco.
Il calcio ha bisogno di codici che regolino i poteri, i cosiddetti contrappesi, che siano garanzia per tutti. Sia se ti chiami Juventus, sia se ti chiami Palermo. Non vedere mai più Livio Marinelli da Tivoli su un campo di calcio sarebbe un ottimo segnale, ma sono conscio che sia pura utopia. Ieri abbiamo pianto la mancata promozione in A, oggi piangiamo una immeritata eliminazione in coppa Italia, domani chissà…..