Un nuovo boom di casi in Sicilia. 1681 nuovi contagi e 11 decessi, una situazione di gran lunga peggiorata se paragonata allo stesso periodo dello scorso anno, malgrado i vaccini. Torna quindi il giallo, che come avevamo scritto dopo ferragosto, non cambia quasi per nulla lo stile di vita della popolazione, unica differenza sostanziale dovere indossare la mascherina anche all’aperto. Misura che viene puntualmente ignorata da gran parte dei cittadini.
I vaccini sono un enorme problema é vero e non si può negare che i ritardi della Sicilia hanno contribuito a farci piombare in questa situazione. Ma sarebbe sbagliato pensare che questa sia l’unica causa. Anche il ritardo nella programmazione, l’assenza di controlli, il giochetto dei numeri, le mille indecisioni politiche a tutti i livelli hanno senz’altro contribuito a generare questo disastro. Così convince poco l’assessore Razza, che invoca l’obbligo della vaccinazione, o il presidente Musumeci che invita la popolazione a considerare la zona gialla come un campanello d’allarme.
Il vero tema é il fallimento generale di un intero sistema, che comincia da chi lo ha guidato e finisce con i comportamenti folli del ferragosto siciliano, tra discoteche abusive, pochi controlli e feste private all’insegna dello stiamo vicini vicini. Da lunedì pranzeremo massimo in 4 al ristorante e torneremo ad indossare la mascherina per strada e nei luoghi all’aperto, sempre che qualcuno controlli, altrimenti sarà un reggimento o bracciale stretto al gomito.
Con un po’ di disillusione (o realismo) in più rispetto al presidente Musumeci, sappiamo quindi che la zona gialla e il boom di casi nell’isola non suoneranno come monito per i cittadini. Del resto quando la politica é confusa e naviga a vista non si può certo pretendere la lungimiranza da chi non vede l’ora di potere tornare alla vita normale, che ci era stata promessa con i vaccini, perché nessun essere umano può concepirsi in un mondo distopico.
Roberta D’Asta – PalermoPost