“Salve, mi presento sono la mamma di Pietro Morreale. Si sono proprio io, la mamma dell’assassino efferato, il mostro, l’orco e quant’altro fino ad ora si è voluto dire. Mi rivolgo al sindaco Franco Fiore che fino a qualche anno fa, io e la mia famiglia stimavamo, principalmente per la sua umanità. Sono molto rattristata per le dichiarazioni che lei in primis ha fatto sulla nostra famiglia e lo dico veramente col cuore. Io, prima come mamma e poi come educatrice, mi ritengo una persona che ha senso civico, morale e soprattutto tanta umanità”.
Dopo anni di assordante silenzio è sono arrivate come un fulmine a ciel sereno le parole di i Antonina Zoida, il 19enne che nel 2021 ha barbaramente ucciso la sua fidanzata, Roberta Siragusa, bruciandola viva. Le dichiarazioni sono arrivate dopo la condanna in appello al figlio, dichiarato colpevole.
“In questi tre anni – lamenta la mamma dell’assassino – i media, la gente di Caccamo, si proprio i mie concittadini che senza pensarci ci hanno cacciati dal paese e soprattutto ingiuriati senza pietà, non pensando che siamo anche noi, prima persone umane e poi genitori io che fin da piccolina quando mi chiedevano dov’ero nata, rispondevo con orgoglio: nel paese con il più bel castello. Non volevo arrivare a dire questo ma purtroppo mi avete costretta. Signor sindaco, saremmo stati io e la mia famiglia, felici che lei avesse presenziato in questi giorni in quell’aula di tribunale e tanta altra gente che purtroppo non ho visto, penso che una cosa è vedere le cose con i propri occhi e un’altra è sentirsele rapportare. Sa perché fino ad ora mio figlio non ha chiesto scusa e noi non abbiamo mostrato cordoglio per la famiglia Siragusa?”.
Dopo la donna, spiega perchè secondo lei il figlio sarebbe innocente. Ipotesi largamente scartata – più volte – dal giudice. Il primo cittadino di Caccamo ha comunque risposta all’attacco della mamma di Morreale.
“La Giustizia ha fatto il suo corso. Pietro ha commesso un crimine efferato, è stato condannato in appello al massimo della pena prevista dal nostro ordinamento. Siamo vicini alla famiglia Siragusa, vogliamo che sappiano di poter sempre contare sulle istituzioni e sulla comunità caccamese; siamo consapevoli che la tragedia che li ha colpiti lascia una ferita incolmabile e che niente e nessuno gli restituirà la loro amata Roberta. – Ha detto il primo cittadino di Caccamo Franco Fiore, che ieri ha presenziato in Tribunale nel processo contro Pietro Morreale – Quello che ferisce ulteriormente è che in questi lunghi mesi non ci sia stato alcun gesto di pentimento da parte del Morreale, né alcun gesto di cordoglio o di scuse da parte dei familiari del ragazzo. Come Istituzioni continueremo a lavorare per promuovere relazioni sociali serene e pacifiche fra i cittadini e per prevenire ogni forma di violenza di genere e sui minori. Le amministrazioni che si sono succedute nell’ultimo decennio hanno promosso costanti interventi nella lotta contro la discriminazione sociale e la violenza di genere, coinvolgendo le donne, agendo con le associazioni.”.