Caldo mai visto e forte vento di scirocco, sono le condizioni ideali per bruciare ettari di ettari di vegetazione e macchia mediterranea. Ieri un vasto incendio è scoppiato ancora sulle Madonie, polmone verde della provincia di Palermo. Dopo Polizzi Generosa, Ganci e San Mauro Castelverde è stata la volta delle Petralie. Un incendio divampato nel pomeriggio che non si riesce ancora a domare del tutto. Nonostante sul territorio abbiamo lavorato senza sosta vigili del fuoco, forestali e protezione civile, le fiamme non hanno dato scampo a diverse aziende arrivando fin dentro le case.
È stato il caso dell’ex convento dei Padri Riformati a Petralia Sottana, evacuato perché minacciato dalle fiamme. La struttura del XVII secolo ospita adesso uffici dell’Asp e una Rsa, una residenza sanitaria assistita. Gli ospiti della Rsa sono stati portati via e sistemati in altre strutture della zona. Il fuoco, partito dalla zona dell’ospedale Madonna dell’Alto ha poi preso una direzione verso la montagna e verso zone boschive impraticabili.
Pochi chilometri in linea d’aria ed a bruciare è il territorio di Geraci Siculo, paese salito alla ribalta nazionele perché finalista dell’edizione 2021 de Il Borgo dei Borghi . Anche lì, nonostante l’intervento di un canadair e di diverse squadre antincendio di Vigili del Fuoco e Forestali, le fiamme hanno devastato la vegetazione e diverse aziende agricole per tutta la notte.
Nel corso della notte sono andati in fiamme ettari di vegetazione anche a Piano Geli nella zona di San Martino delle Scale, bosco a ridosso del capoluogo siciliano, e a Montefiascone sempre nella zona di Monreale. Mentre un vasto incendio ha visto impegnati per diverse ore i vigili del fuoco nella zona di Misilmeri, dove sono andati in fiamme ettari su ettari di macchia mediterranea.
Fiamme in mezza Sicilia
Insomma, nella giornata di ieri sono state diverse centinaia gli interventi di Vigili del Fuoco, Corpo Forestale e Protezione Civile nella giornata di ieri, che hanno visto impiegati oltre ai Canadair e agli elicotteri antincendio anche decine di autobotti, soprattutto nella parte settentrionale della Sicilia. Sui Nebrodi, sulle Madonie, sui monti della cinta metropolitana di Palermo e nel trapanese dove le fiamme hanno lambito l’autostrada A29 che collega Trapani a Palermo, più volte chiusa anche nei giorni scorsi. Sempre nella giornata di ieri il Presidente della Regione Sicilia si è recato in elicottero a supervisionare le zone più colpite della Madonie e dei Nebrodi ed oggi chiederà lo stato di emergenza per quei territori. Servono, infatti, ingenti aiuti per far ripartire un’economia letteralmente bruciata. Con intere aziende, fortemente legate al territorio, distrutte dalle fiamme.
Oggi l’aria calda proveniente dal Sahara raggiungerà il suo picco proprio sulla Sicilia dove si attendono temperature sopra i 45 gradi, raggiunti già ieri a Tunisi, situazione da bollino rosso per il caldo, soprattutto nelle metropoli dove può danneggiare le persone più fragili, ma anche per il fronte incendi, che avranno terreno fertile grazie a quello che per la nostra provincia sarà uno dei giorni più caldi della storia.
Roberta D’Asta – Palermo Post