Il 20 Marzo del 2020 Baldini ci metteva la faccia dopo Potenza Palermo, il punto più basso di quella che da lì sarebbe stata una cavalcata che avrebbe lasciato segno indelebile nella memoria di un popolo. Un giornalista nel porre la domanda affermava in conferenza stampa “qui mi sembra un problema di atteggiamento” e il tecnico toscano esordiva con le parole: “hai colto nel segno”, oltretutto gesto di grande rispetto per chi svolge il proprio lavoro, che è quello di informare più che di fare propaganda. Da quello scossone, anche violento, in conferenza stampa con un Baldini su tutte le furie ci fu l’inizio di un altro campionato. Lungi dal voler rimpiangere il passato, anche se ce ne sarebbe ragione, vogliamo partire da quella conferenza stampa che unì un popolo e un ambiente per arrivare al gesto che ha definitivamente distrutto quella magia. Un giro di campo oltraggioso, soprattutto per chi ultrà non è, con quella maschera priva di emozioni e la certezza, a forma quasi di ghigno, che tanto settimana dopo settimana continuerà a compiere disastri, non solo sportivi, a queste latitudini.
Corini ci ha messo l’uno contro l’altro, ha diviso il popolo rosanero che da ieri probabilmente ha smesso perfino di essere popolo. Non esiste un solo modo per sostenere la propria squadra di calcio. Ci sono gli ultrà, a Palermo una costellazione divisa, ci sono gli emigrati che si girano l’Italia trasferta dopo trasferta pur di sentirsi per 90 minuti orgogliosamente palermitani, ci sono gli abbonati che seguono da una vita il Palermo da seduti (e sono quelli che offrono alle casse societarie il maggior contributo economico), ci sono quelli che guardano il Palermo da casa e quelli che si ricordano di avere una squadra di calcio in città solo quando vince.
Silvio Baldini era riuscito nel miracolo di unire tutti. Eugenio Corini in meno di due anni ha saputo distruggere un patrimonio di inestimabile valore. Ma, se le sue scarse capacità come allenatore erano ben note, non ci si aspettava di scontrarsi contro un muro di arroganza e supponenza. Atteggiamento che ieri si è manifestato in tutta la sua schiettezza con quell’oltraggioso giro di campo. Chiedere scusa agli Ultras che continuano imperterriti a sostenere squadra e società ci sta. Girare tutto lo stadio con quella maschera priva di emozioni significa sfidare quei sacrosanti fischi. Forte di un patto di ferro con una società che non ha la minima intenzione di fare grande il Palermo e dopo un anno e mezzo, possiamo pure cominciare a dircelo.