Corte di Giustizia Tributaria di Palermo annulla accertamenti IMU del Comune di Cinisi su immobili in zona di confine con Terrasini. Richiesto tavolo tecnico.
Un’annosa questione di confini tra Cinisi e Terrasini, in provincia di Palermo, sta avendo ripercussioni sul pagamento dell’IMU per i residenti di alcune vie situate in una “terra di mezzo” contesa tra i due comuni. La Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado di Palermo ha emesso numerose sentenze che danno ragione ai contribuenti, annullando gli avvisi di accertamento emessi dal Comune di Cinisi. A seguito di queste sentenze, è stato richiesto un tavolo tecnico tra le amministrazioni dei due comuni per risolvere definitivamente la questione.
Le vie interessate dalla disputa sono via Libertà, via Trento, via Messina, via Trieste, via Ungheria, via Venezia, via Gorizia e tutte le vie alla sinistra di via Ventimiglia. I residenti di queste strade, pur avendo la residenza nel comune di Terrasini, si sono visti recapitare avvisi di accertamento IMU dal Comune di Cinisi, che considerava gli immobili di loro proprietà come “seconde case”, in quanto iscritti al catasto fabbricati di Cinisi.
I contribuenti, assistiti dallo Studio Legale Alessi e dal CAF CISL di Terrasini, hanno presentato ricorso contro gli avvisi di accertamento, ottenendo sentenze favorevoli dalla Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado di Palermo. La Corte ha stabilito che gli immobili oggetto degli accertamenti non si trovano sul territorio di Cinisi, bensì su quello di Terrasini, e che costituiscono abitazione principale dei contribuenti. Di conseguenza, gli avvisi di accertamento sono stati integralmente annullati.
“Terra di Mezzo” e il Regio Decreto del 1836: le Origini della Disputa
L’errore del Comune di Cinisi deriva da un’antica questione di confini con il comune di Terrasini, che affonda le proprie origini nel Regio Decreto del Regno delle Due Sicilie del 1836. Tale decreto stabiliva che “il villaggio di Favarotta, appartenente allora a Cinisi ma contiguo a Terrasini, si unisca a quest’ultimo fino al lido del mare”. Una disposizione che, evidentemente, non è stata recepita in modo univoco nel corso degli anni, generando confusione e contenziosi.
La Corte di Giustizia Tributaria, nelle sue sentenze, ha sottolineato come l’immobile oggetto dell’accertamento e l’immobile oggetto della residenza dei ricorrenti siano coincidenti, anche per convergenza dei dati catastali con l’indirizzo anagrafico. Inoltre, con sentenza n. 2291/2023, la Corte ha affermato che, data la “secolare disputa fra i due comuni”, non si può fare affidamento sulla classificazione catastale su cui si basa l’accertamento del Comune di Cinisi.
A seguito delle numerose sentenze favorevoli ai contribuenti, è stato richiesto ufficialmente un tavolo tecnico con l’amministrazione di Cinisi, al fine di dirimere definitivamente l’annosa questione e di evitare ulteriori contenziosi. Il Comune di Cinisi, inoltre, è stato condannato al pagamento delle spese legali. Attualmente, sono pendenti decine di ricorsi, tutti patrocinati dallo Studio Legale Alessi. Una situazione che adesso si spera di risolvere.