A dispetto di tutte le polemiche che queste settimane hanno letteralmente intasato tutti i canali di comunicazione, dal web alla radio e dalla carta stampata alla tv, il green pass si sta rivelando una classica misura all’italiana. Di certo, non si possono tirare le somme dopo poco più 24 ore dall’entrata in vigore del decreto che ne rende obbligatoria l’esibizione per accedere in determinati luoghi, ma, citando il grande Vasco (che già nel lontano 1985 ci aveva visto lungo), “secondo me qui c’è qualcuno che ha sbagliato mestiere”.
Giusta o sbagliata che sia l’esibizione di questo nuovo documento forse, nell’immaginario di chi ne ha introdotto le regole, c’era un definito ordine cosmico in cui vaccinati e tamponati avrebbero frequentato i posti off-limits nel pieno rispetto delle distanze sociali.
Ma così ovviamente non è stato e, altrettanto ovviamente, non sarà! Sarà, forse, per il fatto che di mattina è possibile stare dal parrucchiere e/o dall’estetista fianco a fianco vaccinati e non, mentre di sera al ristorante non si può? Oppure sarà per il fatto che si può entrare e lavorare nei pubblici enti con o senza vaccino, ma nei luoghi di cultura solo con il green pass? Per non parlare poi della movida notturna che, entrata in pieno ritmo pre-ferragostano, si consuma in sconsiderati assembramenti sia per le strade sia in discoteche improvvisate.
Intanto, lo spettro di una Sicilia che si tinge di giallo incombe sulle nostre teste e la paura di tornare a tremare per la nostra economia si fa sempre più concreta, tanto da dare il via all’iniziativa, abbastanza intelligente, di effettuare, a chiunque si presenti sprovvisto di green pass, tamponi gratis davanti a musei e parchi archeologici
Ma allora, la domanda nasce spontanea: se questa alternativa fosse stata possibile sin dalle prime avvisaglie di lockdown, perché non attuarla subito? Perché non dare immediatamente questa opportunità? Perché adesso i tamponi gratis sì e all’inizio erano solo “roba da ricchi”?
Ma soprattutto… Solo nell’attimo in cui si è a tu per tu con la regola da infrangere si può sfiorare la rivelazione della verità.
(Pier Paolo Pasolini)
Roberta D’Asta – PalermoPost