Giro di Sicilia o sarebbe meglio dire dell’entroterra

Simone Di Trapani
da Simone Di Trapani
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Presentato, in pompa magna, come sempre nelle occasioni nelle quali i nostri politici possono fare passerella il giro della Sicilia, ma sarebbe più giusto chiamarlo il giro dell’entroterra siculo. Che il governo regionale abbia un’idea tutta sua di Territorio non c’erano dubbi, basta osservare il festival dei progetti bocciati. Ma che da una kermesse, il cui unico scopo è valorizzare le bellezze del nostro territorio, venga escluso il grosso del patrimonio turistico della Sicilia è a dir poco scandaloso.

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Completamente esclusa dal giro la Sicilia Occidentale, nella quale verranno percorsi pochissimi chilometri una sola tappa, la prima che da Milazzo porta a Bagheria. La tappa Milazzo-Bagheria è una tappa ondulata, fatta di curve e saliscendi. Si svolge quasi interaente sulla statale 113 che percorre la costa nord della Sicilia. Unica asperità la breve salita pedalabile a Tindari dopo soli trenta chilometri e lo strappetto di Termini Imerese in cima al quale verrà aggiudicato il traguardo volante di tappa. Finale molto veloce per la volata a gruppo compatto. Gli ultimi tre chilometri della tappa lasciano la statale 113 per entrare in città a Bagheria.

Il giro di Sicilia partirà il 12 di aprile per terminare giorno 15 poco prima dell’inizio del giro d’Italia. Ne esce fuori una manifestazione dallo scarso interesse tecnico che, per brevità del percorso e tappe non è altro che un’allenamento per corse a tappe ben più prestigiose. Ma la vera occasione mancata è l’esclusione delle aree di maggiore interesse turistico della Regione. Fatta salva la tappa etnea restano fuori da questo giro: Taormina, Palermo con il suo patrimonio arabo normanno, Trapani e Marsala con le saline, Erice, Segesta e Selinunte, Agrigento con la Valle dei Templi, Ragusa Ibla e Modica, Siracusa e la Val di Noto. Come mai si sia deciso di non valorizzare il grosso del patrimonio turistico in un momento nel quale il settore avrebbe bisogno di rilanciarsi rimane un mistero. Di fatto è l’ennesima occasione mancata dal governo Musumeci.

Simone Di Trapani – Palermo Post

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