La galassia city è costituita da 12 consorelle sparse in cinque continenti su sei. Quest’anno il gruppo controllato dal Saudita Mansour si toglierà più di una soddisfazione, già archiviato lo scudetto indiano con il Mumbai City, si avvicinano il più prestigioso di tutti, la conquista per il secondo anno consecutivo della Premier League con il Manchester, bis assai vicino anche per il Melbourne City in Australia e già campioni anche gli F. Marinos in Giappone. Più complicato il bis del New York City, la seconda squadra per importanza, che per adesso naviga al quinto posto in MLS. Secondo in Bolivia il Bolivar è nono il Montevideo City Torque, l’ex squadra dell’ignorato da Corini Renzo Orihuela. Comincia a brillare anche il Girona ottavo al suo primo anno in Liga Spagnola. Molto male, invece il Troyes praticamente già retrocesso dalla Ligue 1 francese dopo la straordinaria promozione dello scorso anno.
Tra le squadre nelle seconde serie nazionali sesto posto per il Sichuan Jiuniu in Cina e il settimo, fuori dalla pool promozione, del Lommel in Belgio. Fanalino di coda proprio il Palermo FC con il suo undicesimo posto nella serie B italiana. Se consideriamo l’anno peggio di noi ha fatto soltanto il Troyes in Francia, se consideriamo la categoria siamo la squadra attualmente più bassa della galassia City.
Possiamo pure nasconderci dietro un dito e far finta di aver centrato l’obiettivo annuale, oppure analizzare gli errori commessi per non ripeterli il prossimo anno. Dopo gli investimenti importanti, con una rosa letteralmente trasformata, non possiamo che puntare il dito su Corini e la mancanza di dinamismo del management italiano del City Group. Anche se la storia non si fa con i se e con i ma possiamo affermare un cambio in panchina in tempi utili probabilmente ci avrebbe messo nelle condizioni di raccontare un’altra storia?
Possiamo affermare che un management più attento sarebbe corso ai ripari per tempo e non solo facendo spese pazze nell’inutile, visto chi scende in campo, marcato di gennaio? I tifosi del Palermo sono pazienti e il mix tra tattica comunicativa e “obiettivi iniziali” sta funzionando a tenere la piazza calma.
Ma vedere i calciatori arrendersi dopo 30 minuti al non gioco, prima o poi creerà una frattura nell’idillio creato 4 anni fa. Ci auguriamo che il City, che manca a Palermo da novembre, intervenga imprimendo un cambio di passo dal punto di vista gestionale, se non si vuole far restare il Palermo una squadra di turisti in visita all’Etihad Stadium.