Essere infelici a Natale non è una condizione rara.
E’ sentire comune considerare il Natale la festa della famiglia per eccellenza. E sostenere che la presenza dei bambini sia ciò trasmette ancora più emozioni ed intensità. Gioia, spensieratezza e attenzione a tutti i dettagli della tradizione rendono questo periodo magico. E inducono a pensare che questa sia la normalità, che non possa esserci un altro modo se non questo per vivere le feste.
Ma per chi non è così?
Avete mai sentito parlare della Christmas Blues, ovvero della depressione natalizia?
Con questo articolo vogliamo dare il giusto spazio a tutti. Che si viva un Natale a colori, o un Natale in bianco e nero.
Perché tutti possano ricevere, e dare, il giusto spazio e rispetto all’altro, a prescindere dalla tonalità con cui trascorrerà questo periodo dell’anno.
Essere infelici a Natale? Non è possibile. Luoghi comuni ed aspettative sul periodo natalizio
Prendiamo ora in considerazione ciò che generalmente le persone ritengono renda speciali le festività natalizie. E capiamo in che modo porterebbero a ritenere assurdo che si possa essere infelici a Natale.
Gli ingredienti che caratterizzano questo periodo dell’anno sono:
- famiglia, e presenza di bambini
- gioia, spensieratezza
- attenzione a tutti i dettagli della tradizione
- luci e addobbi
- scambio di doni
- tavole imbandite e menù tramandati di generazione in generazione
- momenti ludici, come giochi di carte e di società.
A partire da questi ingredienti, diventa immediato scrivere la ricetta del Natale per eccellenza. Quella che garantirebbe a TUTTI di trascorrere CERTAMENTE un periodo stupendo. Come è NORMALE che sia. Ovvero aderendo al LUOGO COMUNE delle felici festività natalizie.
Vivere male il Natale. E’ quello che non si può dire ad alta voce
Eppure, a meno che non siate stati totalmente concentrati solo sul vostro buon umore, vi sarà capitato di imbattervi in persone che si mostrano distaccate, nervose o addirittura tristi già nel periodo che precede il Natale. Qualcosa vi sfugge, non corrisponde a quello che vi aspettate e che tutti si aspettano di vedere e sentire. Pertanto la conclusione è che questa persona abbia qualcosa di sbagliato. E che possa essere addirittura deleteria per chi invece è felice e spensierato. Per cui perché non farglielo notare. E magari perché non allontanarla, per non contaminare la propria positività.
Essere infelici a Natale: la Christmas blues
Si tratta probabilmente di persone che soffrono della Christmas blues, detta anche depressione natalizia. Si tratta di uno stato di malessere, vissuto a volte sin dalla comparsa dei primi segnali dell’arrivo del Natale. E in questi casi, consumismo e pubblicità non danno certamente una mano.
Il malessere percepito è reale. L’umore cambia rispetto al solito, così come anche i propri livelli di attività. Ecco alcune possibili variazioni nelle quali potersi rispecchiare:
- tristezza
- malinconia
- tensione, nella direzione dell’insofferenza, o dell’ansia, a volte anche della rabbia
- apatia, ovvero mancanza di interesse verso qualcosa e/o volontà di fare qualcosa.
Dal punto di vista comportamentale, sono persone che potrebbero non apparire particolarmente sorridenti. E nemmeno ben disposte a parlare dei preparativi per le feste natalizie. Inoltre, potrebbero non mostrare entusiasmo per l’acquisto dei regali. O preoccuparsi di sapere cosa faranno durante le giornate in rosso sul calendario.
Liberarsi da pregiudizi e giudizi. Ad ognuno il proprio Natale
La Christmas blues è una condizione di reale malessere, riconosciuta nel campo della Psicologia. La dimensione sociale e condivisa del Natale rende molto difficile, per chi ne soffre, affrontarla in una dimensione privata. E induce a percepirsi costretti a dare spiegazioni e giustificazioni per il proprio stato di depressione natalizia.
Terminate le feste, queste persone generalmente tornano ad essere quelle che sono durante il resto dell’anno. Ma nel frattempo, gli infelici a Natale si ritrovano a gestire l’incomprensione e spesso la mancanza di tatto altrui. A volte si sentono messe sotto pressione da chi è preso dalla propria felicità. O da chi forse è ingabbiato nei luoghi comuni sulla magia-a-tutti-i-costi delle feste natalizie.
Cambiare velocemente argomento, o al contrario esprimersi con parole allegre ma non del tutto sincere, possono essere strategie per gestire un disagio. Così come dettare le proprie regole ed i propri confini. Infatti, il fine di questi comportamenti potrebbe semplicemente essere garantirsi uno spazio personale in cui sentirsi liberi di stare con i propri pensieri. Per quanto negativi possano essere. E non necessariamente remare contro chi è più sereno, oppure combattere le convenzioni sociali per partito preso.
A Natale, tutti più buoni. E rispettosi!
Tutto ciò non vuole essere un invito generalizzato a seguire ciecamente ognuno la propria strada. E disinteressarsi di chi ne sta percorrendo un’altra. La bontà del gesto di chi cerca di coinvolgere gli infelici a Natale, può essere una genuina espressione dello spirito natalizio. Così come la decisione di chi è infelice di fare una selezione fra tutti gli inviti. Atteggiamento che può derivare da una onesta consapevolezza del proprio stato emotivo negativo.
Felici ed infelici a Natale: una ricetta alternativa per vivere, e lasciar vivere
Come spesso accade, sono i modi in cui ci si rapporta gli uni verso gli altri a fare la differenza. Essere infelici a Natale è una realtà, più diffusa di quanto si possa pensare. E con cui non bisogna temere di confrontarsi. Pertanto, quest’anno proviamo tutti a considerare che possa esserci più di una ricetta per vivere le festività natalizia. E non una soltanto, ovvero la propria.
Ecco allora qualche spunto di riflessione. Valido per quelli del Natale a colori. E altrettanto per quelli del Natale in bianco e nero:
- insistenza: quanto mi infastidirebbe essere trascinato nella tavolozza di colori dell’altra persona;
- eccesso: quanto disagio potrebbe crearmi ascoltare le motivazioni che sottolineano la giustezza della sola tavolozza di colori dell’altro;
- insofferenza: quanto di positivo guadagnerei davvero da una partecipazione, fisica e/o emotiva, dell’altro evidentemente forzata;
- pregiudizio: quanto rigidamente sono ancorato all’idea di quello che sarà questo Natale. E che la tavolozza di colori dell’altro sia completamente sbagliata.
dott.sa Simona Doria
Natale, la felicità; come ben dice Benigni la felicità ci è stata donata quando siamo nati,tutti la possediamo ma qualcuno ha dimenticato dove la ha nascosta.
La felicità è un piccolo gesto, una mano tesa a chi ne ha bisogno, la mano di un bambino che ti stringe il dito, lo sguardo dei nonni che ti purificano l’anima.
Buona felicità a tutti cercando di essere buoni sempre!
Questo articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che in passato mi é capitato di essere stata “rapita” da una certa malinconia durante le feste. Durava poco, fortunatamente, ma era tangibile.
Poi, magicamente, come era arrivata, se ne andava, per lasciare spazio a sorrisi e buon umore, ma il suo passaggio comunque lasciava il segno.