Hashish dalla Spagna allo Zen: pacchi sospetti intercettati dai carabinieri
PALERMO – Due ragazzi di 21 anni sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio. I giovani, fermati in via Ludovico Bianchini nel quartiere Zen, avevano appena ritirato cinque pacchi contenenti complessivamente 13 chili di hashish, acquistati tramite criptovalute e inviati dalla Spagna.
L’operazione, scattata sabato scorso, ha permesso di smantellare una parte di un sofisticato sistema di traffico di droga che sfruttava i canali digitali e le criptovalute per eludere i controlli. L’arresto è stato convalidato dal Gip di Palermo, Paolo Magro, che ha disposto per entrambi la detenzione nel carcere Pagliarelli.
Spedizioni sospette: il viaggio della droga
I pacchi incriminati erano partiti da Barcellona e affidati a un corriere inconsapevole del contenuto. Gli investigatori hanno accertato che le spedizioni erano indirizzate a nominativi inventati, una tecnica utilizzata per depistare eventuali indagini.
I due ragazzi avrebbero contattato l’autotrasportatore per concordare il luogo di consegna, presentandosi poi di persona per ritirare i pacchi, nonostante i destinatari indicati non esistessero. Tuttavia, ad attenderli c’erano i carabinieri, che hanno bloccato i giovani e sequestrato la droga.
Il blitz e le perquisizioni
Dopo l’arresto, i militari dell’Arma hanno perquisito le abitazioni dei due arrestati, trovando alcune decine di grammi di hashish, circa 4.000 euro in contanti e strumenti per il confezionamento delle dosi. Gli investigatori sospettano che i pacchi contenenti i 13 chili di hashish fossero stati già intercettati nel deposito di smistamento della società logistica, consentendo ai carabinieri di monitorare i movimenti fino al momento della consegna.
Acquisti tramite social e criptovalute
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Cecilia Messina, puntano ora a ricostruire i dettagli dell’acquisto. Gli investigatori ritengono che i due abbiano utilizzato app di messaggistica come Telegram o Instagram per contattare i fornitori. Telegram, in particolare, consente di cancellare messaggi in modo permanente, rendendo più difficile tracciare le comunicazioni.
Il pagamento, per un valore stimato di circa 20.000 euro, sarebbe stato effettuato in criptovalute come Bitcoin, che garantiscono un alto livello di anonimato e privacy. Questo metodo, sempre più diffuso tra i trafficanti, rappresenta una sfida per gli inquirenti, che devono decifrare le transazioni digitali per risalire ai responsabili.
Un sistema sofisticato di traffico internazionale
Questo episodio rientra in un contesto più ampio di traffico di droga che sfrutta le piattaforme digitali per concludere transazioni illecite. La scelta di criptovalute e nominativi fittizi per le spedizioni dimostra il livello di organizzazione e la capacità di adattamento dei trafficanti, che cercano di sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine.
Indagini in corso: obiettivi e sviluppi
Gli inquirenti stanno lavorando per individuare i fornitori spagnoli e altri eventuali complici in Italia. Le modalità di spedizione, il coinvolgimento di app di messaggistica e l’uso di criptovalute suggeriscono che dietro i due arrestati possa esserci una rete più ampia e organizzata.
Questo caso rappresenta un ulteriore segnale dell’evoluzione delle tecniche di traffico di droga, che richiede strumenti investigativi sempre più sofisticati. La collaborazione internazionale tra autorità sarà fondamentale per smantellare l’intero sistema.
Una nuova frontiera del crimine
L’uso di criptovalute e piattaforme digitali per il traffico di droga sta diventando una sfida crescente per le forze dell’ordine. Episodi come quello avvenuto allo Zen dimostrano l’importanza di una vigilanza costante e dell’impiego di tecnologie avanzate per contrastare queste nuove modalità di criminalità.