Cyberbullismo e adolescenza sono sempre più presenti nelle notizie di cronaca. I genitori possono avere un ruolo fondamentale nella prevenzione e protezione dei nostri ragazzi da tale fenomeno sociale. Vediamo insieme di cosa si tratta e quali azioni possono contrastarlo.
Il Cyberbullismo: di cosa si tratta
Per comprendere le caratteristiche del binomio Cyberbullismo e adolescenza, prendiamo tristemente come esempio uno fra i tanti fatti di cronaca.
Sofia, adolescente di 13 anni, si è tolta la vita mentre era da sola in casa. Al momento del ritrovamento del corpo, secondo quanto emerso, stringeva in mano il suo telefono cellulare. E l’ipotesi investigativa è che la ragazza sia stata esclusa da gruppi di amici su Whatsapp. O possa essere stata in qualche modo istigata a compiere il gesto estremo con una challenge su TikTok. Pertanto, la Procura ed i Carabinieri stanno conducendo le indagini per istigazione ad un suicidio tutt’altro che annunciato. Sofia, infatti, non avrebbe dato segnali di malessere o se lo ha fatto, questi non sono stati colti.
Le caratteristiche distintive del Cyberbullismo
La tragica notizia di Sofia contiene in sè alcuni elementi che caratterizzano il Cyberbullismo. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito lo definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, messe in atto mediante strumenti elettronici quali:
- sms
- mms
- foto
- video
- chat rooms
- instant messaging
- siti web
- telefonate.
L’obiettivo di tali azioni è quello di danneggiare un coetaneo che è incapace di difendersi. Dunque, il perno intorno al quale ruotano le dinamiche negative è rappresentato dall’uso inappropriato della tecnologia e del mondo dei social network. E se pensiamo alla capillare diffusione che questi mezzi hanno fra i nostri ragazzi, i rischi esistenti nel connubio fra Cyberbullismo e adolescenza sono immediatamente comprensibili.
Le armi dei genitori per aiutare i propri figli
Molti genitori sono attenti a costruire, fin dalla tenera età, un dialogo costruttivo e sano con i propri figli. Ma riscontrare difficoltà di comunicazione quando essi giungono nella fase dell’adolescenza. Questo rende di per sé più complicato capire se e quali problemi stiano vivendo. E di conseguenza intervenire tempestivamente in loro supporto.
Inoltre, l’uso quotidiano dei mezzi tecnologici ha creato uno spazio aggiuntivo di vita sociale nel quale gli adolescenti possono rifugiarsi. In un simile quadro, quali sono gli strumenti che i genitori possono utilizzare per aiutare i propri figli?
- Conoscere le caratteristiche distintive del Cyberbullismo
- Essere informati sulle dinamiche che si creano tra aggressore e vittima
- Sapere quali possono essere i comportamenti da cogliere nel proprio figlio vittima di Cyberbullismo
- Capire cosa vive e come si sente, per sapere come approcciarsi ed aiutarlo.
Analizziamo di seguito ciascun punto.
Cyberbullismo e Bullismo: somiglianze e differenze per riconoscere il problema
Le indagini condotte per il caso di Sofia seguono due ipotesi investigative. La ragazza potrebbe aver agito dopo essere stata esclusa da gruppi di amici su Whatsapp. Oppure potrebbe essere stata istigata a togliersi la vita attraverso una challenge su TikTok.
Proviamo a seguire queste differenti piste per individuare somiglianze e differenze fra Cyberbullismo e Bullismo, fenomeno sociale più ampio e più noto. Infatti, in linea generale, il Cyberbullismo può essere considerato la relativa manifestazione tramite gli strumenti offerti da Internet. E’ importante sottolineare che tali mezzi di comunicazione non sono per loro natura dannosi. Piuttosto, lo diventano quando le intenzioni e gli obiettivi di chi li utilizza sono pericolosi e violano la libertà e dignità dell’altro.
Lo squilibrio di potere tra vittima e aggressore
Cyberbullismo e Bullismo hanno in comune l’assenza di un rapporto alla pari tra chi agisce e chi subisce la violenza. Infatti, l’aggressore occupa una posizione più forte e cerca di ottenere la sottomissione della vittima. Inoltre, anche chi è semplicemente a conoscenza di tale dinamica contribuisce ad alimentare il problema. E con il silenzio, ad aumentare indirettamente il ruolo di potere del carnefice.
L’identità del bullo e del cyberbullo
L’identità del bullo è più semplice da individuare rispetto a quella del cyberbullo. Infatti, il bullo solitamente fa parte di un gruppo sociale frequentato dalla vittima. Ad esempio, la classe o l’istituto scolastico. Invece il cyberbullo può essere chiunque, e agire da qualunque parte del mondo. Pertanto, nel primo caso, la vittima conosce il carnefice e può identificarlo. Nel secondo caso, non sa con chi sta interagendo.
La percezione della responsabilità
Il punto di forza del cyberbullo è l’anonimato delle sue comunicazioni digitali. E la possibilità di andare oltre le barriere temporali, geografiche, e in alcuni casi normative. Il bullo, invece, deve fare direttamente i conti con tali confini. Pertanto, la percezione della responsabilità delle proprie azioni, nei due casi, è molto diversa.
Il cyberbullo non per forza vede le reazioni della sua vittima. Dunque, nemmeno gli effetti delle proprie azioni. Inoltre, può attribuire le sue colpe al profilo virtuale che utilizza. Invece il bullo ha un contatto diretto con la vittima, in uno spazio ben delimitato. Ma può cercare di giustificare le sue azioni aggressive sminuendo la loro negatività attraverso lo scherzo.
Cyberbullismo e adolescenza: il riconoscimento delle molestie
Il cyberbullismo è caratterizzato da molestie e persecuzioni più difficili da indentificare perchè non lasciano tracce fisiche dirette. Al contrario, il bullismo può manifestarsi con aggressioni, intimidazioni e segni facilmente visibili. Tuttavia, in entrambi i casi, si tratta di azioni violente che spesso producono conseguenze indelebili nelle vittime.
Cyberbullismo e adolescenza: cosa vive la vittima
Abbiamo fino a qui descritto le principali caratteristiche del Cyberbullismo. Ed evidenziato che non si tratta solamente di un’estensione tecnologica delle dinamiche del Bullismo.
Proviamo ora ad analizzare il vissuto dell’adolescente che ne è vittima. E che resta tale dentro e fuori casa, dato che i mezzi tecnologici non conoscono barriere né fisiche né temporali. Ciò determina la percezione che non esista uno spazio in cui sentirsi al riparo dalle molestie e persecuzioni dell’aggressore.
La sofferenza dell’adolescente vittima di Cyberbullismo
Le azioni aggressive tipiche del Cyberbullismo sono innanzitutto presenti in una dimensione virtuale. Dunque non subito tangibile e identificabile. Pertanto, la vittima vive la sofferenza in uno spazio personale e privato che non sempre è osservabile dall’esterno. Nemmeno dai genitori, come evidenziato nel caso di Sofia. Dunque anche quando le molestie nel mondo virtuale esistono anche nel mondo reale. E il bullismo dei presunti amici si perpetua anche nella dimensione del digitale.
Le conseguenze sull’immagine di sè della vittima
Abbiamo visto come le azioni del cyberbullo siano intenzionali ed aggressive. E colpiscano in qualunque luogo e momento. Questo porta la vittima a sentirsi costantemente in pericolo. Si crea così un profondo senso di insicurezza e la percezione di non sapersi difendere. Ancora più potente nel binomio Cyberbullismo e adolescenza. Infatti, tali elementi, soprattutto nella fase di costruzione della propria identità, riducono notevolmente l’autostima. Inoltre, essere il bersaglio di azioni aggressive e discriminanti porta la vittima a nascondersi e vergognarsi di sé stessa. E a mentire a chi è vicino per evitare di confrontarsi con questi vissuti negativi. Dunque, in questi casi, può anche generarsi un pesante senso di colpa.
Cyberbullismo e adolescenza: campanelli di allarme per i genitori
L’adolescente vittima di Cyberbullismo può mettere in atto i seguenti comportamenti:
- utilizzare molto di più, o molto di meno che in passato i social network, internet, ed il telefono. Anche fino alla totale eliminazione;
- non condividere mai il contenuto delle comunicazioni telematiche, e nascondere gli interlocutori;
- eliminare i profili dai social;
- smettere di frequentare spazi virtuali che solitamente interessavano;
- usare la rete internet in orari insoliti, ad esempio durante la notte;
- spegnere il computer o cambiare pagina in presenza di altre persone;
- cancellare sempre la cronologia di tutti i dispositivi usati;
- mostrare cambiamenti insoliti dell’umore, rispetto al passato. Ad esempio, passare da un umore positivo ad un umore negativo, triste o rabbioso, senza apparente motivo. O essere spesso nervoso, o triste, diversamente da come era di solito;
- isolarsi sempre più dalla vita sociale;
- abbandonare luoghi solitamente frequentati. Ad esempio, non andare a scuola perchè ha il mal di pancia. O rifiutare di partecipare ad occasioni che piacevano in passato;
- cambiare le proprie abitudini alimentari o legate al sonno;
- chiedere ai genitori se, secondo loro, ha qualcosa che non va rispetto ai coetanei.
Genitori attivi nella tutela dei propri figli dal Cyberbullismo
Come abbiamo visto, Cyberbullismo e adolescenza possono rivelarsi un binomio molto pericoloso e di difficile individuazione. Ma i genitori possono essere di aiuto ai propri figli. Infatti, la capacità di cogliere cambiamenti nel comportamento del figlio adolescente ha un ruolo fondamentale. E mantenere uno sguardo protettivo ma anche rispettoso della loro fase di crescita può essere la chiave per il giusto dialogo.
La vittima di Cyberbullismo può mantenere segreto il suo disagio a causa della vergogna per quello che sta vivendo. Pertanto osservare, ascoltare e non giudicare diventano strumenti potenti in mano ai genitori per dare un aiuto concreto. Senza escludere un supporto esterno nei casi di maggiore difficoltà.
dott.sa Simona Doria
Bellissimo articolo, complimenti! È una piaga preoccupante sempre più in crescendo, anche il legislatore sta cercando di rispondervi con una particolare disciplina, soprattutto sull’onda delle linee direttive europee dedicate alla tutela dei soggetti particolarmente deboli. Il problema resta non solo sul piano meramente normativo, ma soprattutto processuale, la disposizione e la disponibilità di strumenti idonei all’accertamento delle violenze o comunque atti persecutori che deriverebbero da questo fenomeno.
Pienamente d’accordo!
Concordo con il signor. Beppe, proprio per questo diviene fondamentale il ruolo dei genitori, i quali spesso non hanno piena consapevolezza di tale problematica, finendo per i ignorare i segnali di pericolo dei loro figli, e di non comprendere le cause concrete del loro malessere.
Articolo centrato, brava.
Comunque, a mio parere, stanno venendo meno i 5 valori essenziali della famiglia e cioè Amore, Obbedienza, Tolleranza, Rispetto e Responsabilità .
Quest’ultima generazione non assapora più la bellezza di un tramonto o il profumo di un prato dopo la pioggia.
Non ascolta lo sciabordio del mare e soprattutto non ascolta il rumore del silenzio.
L’appello ai genitori è questo: se la sera non ci si riunisce tutti insieme attorno ad una tavola apparecchiata, sarà difficile ascoltare e parlare.
Si può fare.