Alle 14:26 di oggi è arrivato il verdetto. Come molti si aspettavano, per Pietro Morreale – macchiatosi di aver ucciso barbaramente Roberta Siragusa, ragazza di 17 anni – si aprono le porte del carcere a vita.
La giovanissima Roberta venne bruciata viva dall’allora fidanzato nelle campagne di Caccamo nella notte fra il 23 e il 24 gennaio del 2021. Al momento del verdetto erano in aula i genitori, il fratello della ragazza e alcuni amici del ragazzo.
Si chiude finalmente una vicenda molto tortuosa e lunga, un processo durato più di dodici mesi. Recentemente la difesa del giovane femminicida aveva tentato di far credere che l’omicidio fosse stato soltanto un tragico incidente. Teoria che non è stata però accettata dai giudici, che ritengono Morreale unico e solo responsabile della morte di Roberta Siragusa.
“E’ stato solo un terribile incidente – aveva ricostruito l’avvocato in aula – Nessuno ha mai parlato di suicidio. La giovane per cercare di spaventare l’ex fidanzato che aveva scoperto che messaggiava con un altro e voleva lasciarla, per farlo tornare sui suoi passi, si sarebbe cosparsa di benzina e per un tragico incidente avrebbe provocato il rogo che l’ha uccisa. La miccia sarebbe stata un’ipotesi emersa dalle indagini dei carabinieri – aveva aggiunto l’avvocato – Nessuno guardando il video può asserire con certezza che ci sia stata una miccia che avrebbe innescato il rogo”.