Cinisi – Un caso acceso ruota intorno al bando per i carri allegorici del Carnevale 2025, con un articolo che ha sollevato un’ondata di critiche. Il regolamento prevede il divieto di proteste non allineate con il clima festivo della manifestazione e impedisce dichiarazioni o atteggiamenti offensivi nei confronti del Comune, dei suoi collaboratori o degli organizzatori. La disposizione, contenuta nell’articolo 11 del bando, è finita sotto i riflettori, scatenando reazioni da parte di politici, cittadini e associazioni locali.
Le organizzazioni carnevalesche, che da decenni curano la creazione dei carri per l’evento, si sono dette contrariate. Dall’associazione “La Maschera”, la norma è stata definita “inaccettabile” e irrispettosa verso chi ha trasformato spazi confiscati alla criminalità in luoghi di creatività. “Questo regolamento sminuisce il valore delle maestranze locali”, hanno commentato. Critiche sono arrivate anche dall’opposizione politica che ha definito il bando una forma di censura.
La sindaca di Cinisi, Vera Abbate, ha cercato di calmare gli animi, spiegando che l’intenzione non è di limitare la libertà di satira o critica politica. “L’articolo 11 mira esclusivamente a evitare contenuti che possano danneggiare l’immagine dell’ente pubblico, non si tratta di censura”, ha affermato la prima cittadina che ha poi ricordato che bandi simili sono stati utilizzati da altri comuni, come Termini Imerese e Sciacca.
Ma nonostante le rassicurazioni, la vicenda continua a dividere l’opinione pubblica e a infiammare il dibattito politico.