Si aggrava la situazione della 17enne, che a Bagheria uccise la propria madre, Teresa Spanò, nella notte tra il primo e il due gennaio 2023: i magistrati della Procura per i minorenni, coordinati dal capo dell’ufficio Claudia Caramanna, le contestano la premeditazione, accusando la giovane di avere pianificato l’omicidio.
La ragazza, su disposizione del GIP, è stata trasferita in carcere a Roma, dall’istituto per minori di Caltanissetta dove era stata inviata, in precedenza.
Secondo gli inquirenti, la ragazza, aveva già tentato di avvelenare la madre nel novembre scorso, alcuni mesi prima di mettere in atto il delitto.
Non è ancora del tutto chiaro il movente dell’omicidio, una delle poche certezze, emerse dalle indagini, e confermata dalle testimonianze dei vicini di casa, risiede nel fatto che i rapporti tra madre e figlia erano alquanto tesi, dato i frequenti litigi.
Dalla ricostruzione degli inquirenti, e i risultati dell’autopsia sul corpo di Teresa Spanò, la ragazza avrebbe aggiunto un farmaco in un piatto di purè servito alla madre.
Dopo aver stordito la donna, l’avrebbe strangolata, per poi infierire con un coltello, o qualche oggetto affilato, sul corpo della vittima, come si evince dal ritrovamento di tagli nell’avambraccio.
La terribile notizia è emersa dalla telefonata al 112 da parte della stessa 17enne, che lanciò l’allarme per il ritrovamento del cadavere della madre nella sua camera da letto.
La ragazza di 17 anni ha prima raccontato che la madre si era uccisa ingerendo dei farmaci che si trovavano sul comodino, accanto al suo letto. Poi, davanti alla procuratrice del tribunale dei minori Claudia Caramanna, ha confessato l’omicidio: «Le ho stretto le mani al collo finché non ha smesso di respirare».
A seguito della confessione è stato disposto lo stato di fermo nei confronti della giovane, ed il suo invio nel carcere minorile di Caltanissetta.
La madre della 17enne, Teresa Spanò era insegnante di scuola elementare a Casteldaccia in provincia di Palermo.
La tragedia ha lasciato uno sconforto enorme nelle comunità di Bagheria, e di Casteldaccia; uno choc a cui il senso di vuoto, per un evento simile lascia senza parole.
