Il giudizio sulla rimodulazione del piano di riequilibrio del Comune di Palermo ripercorre le divisioni manifestatesi a Sala delle Lapidi. Dalla maggioranza si pone l’accento sui tagli, mentre dalla minoranza sull’aumento delle tasse. In vero basta leggere l’atto per rendersi conto che sono vere entrambe le affermazioni, il piano di riequlibrio è fatto di tagli ed aumento delle tasse per i prossimi 10 anni. Questo insieme all’immissione di 180 milioni dallo stato servirà ad evitare il dissesto finanziario ed il conseguente aumento di tutte le aliquote al massimo.
La delibera è stata approvata ieri sera, con ventidue voti, dalla maggioranza. Ad astenersi, dai banchi dell’opposizione, sono stati in dieci. Per il presidente della sesta Commissione consiliare Ottavio Zacco (Forza Italia) “è stato scongiurato il dissesto economico della città senza gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. Finalmente si chiude la triste vicenda del piano di riequilibrio che sancisce l’accordo tra il Governo Centrale e il Comune di Palermo, una vicenda che sin dall’insediamento della nuova consiliatura è stata una priorità della nuova maggioranza che sostiene il sindaco Roberto Lagalla”. “Il nuovo piano è stato indirizzato – spiega Zacco – sui tagli della spesa e sulla lotta all’evasione fiscale, senza aumentare le già gravose tasse ai cittadini palermitani e soprattutto senza tagli al personale e agli investimenti in opere pubbliche. Adesso ci dedicheremo al bilancio per avviare un serio lavoro per rilanciare la nostra città”.
Di avviso contrario Leonardo Canto, consigliere di Azione, che rilancia quanto detto dai banchi di opposizione a Sala delle Lapidi e afferma: “E’ stato sfatato il mito per cui con l’approvazione del piano di riequilibrio diminuiranno le tasse a carico dei cittadini palermitani. Il piano prevede l’aumento dell’addizionale Irpef oltre il limite dello 0,8%, l’aumento dell’addizionale alle tasse portuali, l’aumento della tassa di soggiorno e soprattutto il previsto aumento della riscossione delle imposte comunali dello 0,5% all’ anno (8 milioni di euro) progressivo per ogni anno per i prossimi 10 anni”.