Ancora un bambino in overdose: a Palermo è emergenza droga

Redazione
da Redazione
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Questa volta ha appena 18 mesi il bambino in overdose arrivato ieri sera all’ospedale pediatrico Di Cristina in gravi condizioni. Le analisi hanno confermato l’ennesimo avvelenamento, questa volta da cannabinoidi, per ingestione. Il bambino sembra ora fuori pericolo ma è attualmente ricoverato nel reparto di malattie infettive perché risultato positivo al Covid. La Procura dei Minori ha aperto un fascicolo e interrogato i genitori per capire come il bambino possa aver ingerito gli stupefacenti. Il piccolo è stato affidato al direttore sanitario del Di Cristina in attesa di ulteriori accertamenti sul contesto familiare. E ora a Palermo scatta l’emergenza droga.

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La triste cronologia dei casi

Negli ultimi 3 mesi sono stati 10 i casi come quello del bambino in overdose di ieri, tutti al di sotto dei 3 anni, ricoverati in città per ingestione di cocaina o cannabinoidi. L’ultimo caso risale al 26 gennaio quando una bimba dell’agrigentino era stata ricoverata d’urgenza nello stesso ospedale, per aver assunto “inavvertitamente” hashish. A novembre, nell’arco di 24 ore, 2 bimbi di 11 mesi erano stati ricoverati in rianimazione, per ingestione di cocaina. Allora la Procuratrice per i minori di Palermo, Claudia Caramanna, aveva dichiarato di essere preoccupata per l’aumento di questi casi, aggiungendo “la disattenzione di genitori assuntori di droghe può provocare gravi danni o essere fatale per la salute dei più piccoli”.

Le istituzioni si muovono ma non basta

In tutti i casi riscontrati, la macchina istituzionale si è messa subito in moto: la Procura per i Minori, in collaborazione con la Direzione Sanitaria dell’Ospedale Pediatrico Di Cristina, hanno attivato una rete ormai consolidata, che vede operare insieme assistenti sociali, psicologi, magistratura e forze dell’ordine. In alcuni casi si è provveduto alla soppressione della patria genitoriale per gravi negligenze, e per una mamma con il suo bimbo, è stato deciso il ricovero in comunità. Ma come spiegano al Di Cristina “Non esiste una famiglia tipo per queste situazioni; nel tempo ci siamo trovati di fronte a genitori provenienti da contesti di periferia, centro città, disagiati e benestanti”. Marilù Furnari, responsabile della direzione medica dell’ospedale afferma: “Così tanti casi, come questo bambino in overdose, e in così poco tempo è un’anomalia su cui riflettere”. E allora, ci troviamo di fronte ad una serie di coincidenze o ad una vera e propria emergenza dovuta a fattori diversi? Può solo la disattenzione dei genitori, spiegare quanto sta succedendo a Palermo?

L’esercito dello spaccio e un mercato in espansione

Il primo elemento da considerare per tentare di spiegare il perché di tanti casi come quello del bambino in overdose di ieri, è l’aumento, evidenziato negli ultimi due anni, della quantità di stupefacenti immessi nel mercato. Dalla relazione annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, emerge che nel 2020 è stato registrato in Italia il record assoluto dei sequestri di cocaina (13,4 tonnellate, con un aumento del 62% rispetto al 2019). A Palermo, il 2021 racconta di un mercato fiorente che può contare su un esercito di spacciatori, controllori e vedette. “C’è tanta droga a Palermo e dietro il grande affare si muove Cosa Nostra”, spiega il generale De Liso, Comandante Provinciale dei Carabinieri. Le ultime indagini coordinate dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia della sezione di Palermo, dicono che il business criminale della droga è il più lucroso del momento, ed è organizzato nei minimi dettagli: sono i boss a rifornire le piazze e nei quartieri c’è una rete capillare di distribuzione che controlla gli affari. E come in ogni mercato, l’aumento dell’offerta deve necessariamente portare alla ricerca di nuovi “clienti”.

Il mondo della droga e i minori

 

Arriviamo quindi ad altri due fattori, correlati tra loro, che in qualche modo possono spiegare il perché di ricoveri di bimbi per overdose:

– l’inclusione di minori sempre più piccoli nelle attività illecite;

– l’abbassamento dell’età dei consumatori di hashish, crack e cocaina.

Le telecamere piazzate dai carabinieri nelle abitazioni dei pusher, durante indagini svolte a Palermo durante lo scorso anno, hanno ripreso bambini, anche di pochi anni, che assistono al taglio e al confezionamento della droga. Altre immagini video, inquadrano minori utilizzati come “corrieri” nella vendita delle dosi. Bimbi e minori cresciuti nella “normalità” del mondo dello spaccio e del consumo, da uomini e donne senza valori di riferimento. A questo si aggiunge il segnale preoccupante che l’età dei consumatori a Palermo si è pericolosamente abbassata fino a 12 anni. A farla da padrone tra i più giovani è una droga sintetica derivata dall’unione di cocaina con altre sostanze: per allargare il mercato e indurre alla dipendenza nuove fasce d’età, il costo di una singola dose è abbordabile: 10 euro, anche 5 durante la pandemia. Pandemia che ha contribuito anch’essa a far nascere o enfatizzare malesseri già esistenti, facendo esplodere disagi fortissimi anche nella fascia pre-adolescenziale di 10-13 anni.

I 10 casi di bambini al di sotto dei 3 anni ricoverati in città per overdose nei soli ultimi 3 mesi, non possono essere considerati semplici coincidenze. La disattenzione di giovani o inesperti genitori fruitori di droghe non è l’unica causa scatenante. A Palermo esiste una vera e propria emergenza droga causata sia da un aumento esponenziale della quantità di stupefacente in circolazione, sia dalla diversificazione delle droghe stesse, finalizzata ad aumentare il bacino di fruitori. Questo progetto criminoso ha bisogno di una rete distributiva sempre più fitta e capillare. Per questo anche giovani coppie finiscono per avere, nelle loro abitazioni, quantitativi più o meno ingenti di droga da confezionare e poi distribuire. Per questo sempre più bimbi innocenti finiscono in rianimazione per overdose.

Elena Di Maio – Palermo Post

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