Adesso sognare è un obbligo

Simone Di Trapani
da Simone Di Trapani
3 Minuti di lettura

Era la partita che poteva cambiare una stagione, quella che ci avrebbe potuto fare sognare obiettivi impensabili fino a due mesi fa. Questa volta gli uomini di Corini non l’hanno mancata. Per il Palermo in emergenza a centrocampo, con la panchina corta e scelte quasi obbligate, non parte al meglio l’anticipo del campionato cadetto. In campo Corini si schiera con il 3-5-2. Mai scelta fu più azzeccata, con 5 centrocampisti e tre centrali la squadra ha sempre trovato equilibrio tra difesa e centrocampo. L’errore di Perugia, schierare un centrocampo senza incontristi esponendo la difesa alle sortite avversarie, non si è ripetuto.

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Il Bari pressa forte nei primi quindici minuti, ma il Palermo resta compatto, si difende bene e comincia pian pianino a spostare il baricentro verso la metà campo pugliese. Damiani con pazienza costruisce trame, pendolino Sala sulla sinistra è una spina nel fianco e Nedelcearu impressiona per precisione nei passaggi sia quando trama da dietro che quando lancia, non ne sbaglia uno. Il finale di tempo è tutto del Palermo che sfiora in tre occasioni il vantaggio con Brunori.

La ripresa comincia sotto la pioggia incessante e l’inizio è ancora per il Bari che prova ad alzare il ritmo, ma ancora una volta si scontra con una difesa rosanero impeccabile. Come nella prima frazione il Palermo parte Diesel e comincia a crescere lentamente. Arrivano i cambi di Corini e questa volta sono perfetti. Broh sostituisce Damiani già ammonito e galoppa cost to cost un paio di volte aprendo le linee baresi.  Arriva anche l’esordio di Tutino, che ha mostrato di avere i numeri che ci servivano e la seconda parte della ripresa è tutta rosanero. Il Palermo si fa pericoloso e all’ottantaduesimo su calcio d’angolo Marconi sbroglia una mischia dopo una serie di rimpalli e insacca il suo terzo centro stagionale. Esplodono i pochi tifosi che coraggiosamente hanno sfidato il maltempo, la svolta della stagione è ormai ad un passo. Giusto il tempo di assistere all’espulsione di Cheddira e di disperarci per un contropiede di Segre fermato con un fallaccio. Arriva il fischio, i tre punti e la zona playoff, adesso a mercato ancora aperto, con qualche operazione ormai in chiusura, sognare diventa un obbligo.

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