Palermo – Il tempo, a volte, non lenisce, ma amplifica l’eco delle domande. A un anno esatto dalla morte violenta del marito, l’architetto Angelo Onorato, la voce dell’ex eurodeputata Francesca Donato emerge con la forza pacata di chi, pur nel dolore, non rinuncia alla speranza. È una “fiduciosa speranza”, la sua e quella dei figli, affidata alle indagini ancora in corso, un faro acceso nella nebbia di speculazioni e nel buio di una verità non ancora svelata.
Il 19 maggio 2025 segna questo triste anniversario. Onorato fu ritrovato nella sua auto, alla periferia nord di Palermo, la vita spezzata da una brutale fascetta di plastica al collo. Da allora, la famiglia attende risposte che vadano oltre le “fantasiose speculazioni circolate sulla vicenda”, come sottolinea Donato nella sua nota. La richiesta di chiarezza non è solo un anelito privato, ma assume, nelle parole dell’ex eurodeputata, una valenza civica profonda.
“In una città difficile, dove la violenza e la mentalità mafiosa continuano a mietere vittime tra cittadini innocenti,” afferma con lucidità Francesca Donato, “credo che la soluzione di questo caso sia la risposta che non solo noi familiari, ma la città tutta attende per poter continuare a credere nella giustizia e nello Stato”. È un appello che lega indissolubilmente il dramma personale alla necessità di un segnale forte da parte delle istituzioni, un monito affinché la fiducia non si incrini sotto il peso dell’irrisolto.
Mentre la giustizia terrena prosegue il suo iter, la famiglia si raccoglierà nel ricordo intimo. “Domenica 25 maggio,” annuncia Donato, “celebreremo in forma privata il ricordo di Angelo alla messa serale della parrocchia Santa Maria Assunta di Mondello (Valdesi)”. Un momento di preghiera e memoria, lontano dal clamore, nell’attesa che la luce della verità possa finalmente diradare le ombre che ancora avvolgono questa tragica storia palermitana.